Milano in mischia per la promozione

L’Amatori torna a sognare, perso tutto per un punto la stagione scorsa

Archiviata la delusione mondiale della sconfitta contro la Scozia nell'ultima partita del girone eliminatorio del torneo iridato in Francia, per i milanesi appassionati di rugby sta per cominciare un'altra stagione da vivere live sui campi di gioco, anche se Milano non ha da più di un decennio una squadra d'élite nel mondo ovale, ma può contare su ben tre società iscritte alla serie B che prenderà il via domenica.
A.S. Rugby, Grande Milano e Amatori. Questi i nomi delle tre squadre pronte a dare battaglia agli avversari del girone A sugli spelacchiati campi del centro sportivo Crespi, dello stadio Giuriati e di quello di Cologno Monzese. Tra queste formazioni quella che può vantare il passato più illustre è l'Amatori Milano che nel suo passato, oltre a 18 titoli nazionali, può vantare di avere tra i suoi fondatori i nomi di quanti giocarono - nel 1911 - la prima vera partita di rugby in Italia.
I bianconeri sono tuttora la squadra con più scudetti all'attivo, tra le loro file nel 1990 ha giocato un mito come Diego Dominguez, argentino naturalizzato italiano (74 caps e 983 punti in azzurro) e mediano d'apertura della prima Italia a disputare un Sei Nazioni. Adesso i tempi sono decisamente meno felici: dopo essere stata incorporata al Calvisano (a Milano rimase il solo settore giovanile) è stata rifondata nel 2002 da un pugno di ex giocatori. Ripartita dalla C, dopo solo due anni l'Amatori ritorna in B, arrivando terza nel 2004/2005, risultato bissato l'anno scorso, mancando di un solo punto la qualificazione ai play-off per andare in A. Traguardo che i dirigenti si augurano di centrare in questa stagione, con un gruppo di gioco ormai maturo e un obiettivo all'orizzonte: tornare protagonisti assoluti e arrivare un giorno alla seconda stella.
Prima però dovrà battere tutte le agguerritissime rivali del proprio girone, soprattutto gli storici rivali dell'A.S. Rugby Milano, squadra che dal 1945, anno della fondazione, a oggi, ha spaziato con alterne fortune tra i campi di serie A, B e C. Il tutto intervallato da fusioni (quella, per mancanza di fondi, con il Cus nel lontano 1966 portò alla prima retrocessione) e successi parziali come il secondo posto del '58, quando il sogno dello scudetto sfumò solo nello spareggio finale.
Un'attitudine alla sofferenza, quella dei biancorossi, che si traduce in un atavico attaccamento ai valori tradizionali di questo sport (c'è anche una formazione di over 40, gli "Old" di cui fa parte anche il giornalista tv Giorgio Terruzzi, ex rugbista in gioventù) e alla società d'appartenenza. I numeri parlano di più di 300 tesserati, gran parte dei quali fanno parte di un grande vivaio nel quale la società alleva in casa la prima squadra del domani.
L'Associazione Rugby Grande Milano è invece la società più giovane delle tre. Fondata quattro anni fa da un progetto intersocietario tra Amatori, Chicken Cus e Iride Cologno, s'è poi allargata alla partecipazione di altre realtà dell'hinterland. La giovanissima compagine, che vantan ben due formazioni Under 19, ha disputato l'anno scorso il primo campionato di B chiudendo con un buon quarto posto finale.


Il torneo cadetto si articola su quattro gironi nazionali, le prime due classificate al termine della stagione regolare accederanno alle finali di maggio, che determineranno i nomi delle quattro promosse in A. Le ultime di ogni girone retrocedono invece in C.

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