«Milano potrà rilanciarsi come la città della qualità»

«Milano? Deve diventare una città internazionale, investendo su ciò che ha: il futuro di Milano è questo, e l’Expo l’aiuterà a fare il grande passo». Parole del presidente del gruppo Tod’s Diego Della Valle, ieri a Milano, la sua seconda città, per presentare la nuova collezione Hogan che vedremo nei negozi il prossimo autunno. Nel primo giorno di Milano Moda Uomo, Hogan ha aperto le porte del suo quartier generale di via Savona per un brunch molto particolare. Per presentare i nuovi polacchini stringati «Route 1» e i parka «City Rush» in tessuto tecnico spalmato (entrambi ultraleggeri e indistruttibili), Della Valle ha voluto la ricostruzione di una «factory», a metà fra lo stile Warhol e le nuove influenze del web (grazie anche all’installazione video di Francesco Iodice, e alla musica di Alessio Bertallot). Oggi l’imprenditore marchigiano sarà a Villa Necchi Campiglio per presentare la nuova collezione Tod’s, domani sarà la volta di Fay. Due marchi che, insieme a Hogan, anche in questo periodo nero non sentono la crisi. I negozi del Quadrilatero (ma non solo) lo dimostrano.
Diego Della Valle, come fa ad avere i negozi sempre pieni? Ha una sua ricetta anti-crisi?
«La nostra ricetta è quella di sempre e riflette il nostro metodo di lavoro: bisogna stare sul pezzo, non mollare mai, avere una visione chiara del prodotto, e non perdere mai le redini del marchio. Oggi i consumatori sono cambiati, sono più consapevoli e vogliono dei prodotti che li rassicurino».
E per Milano quale potrebbe essere la formula magica?
«Milano ha bisogno di usare al meglio quello che ha: i musei, le gallerie d'arte e le altre strutture pubbliche e private, importanti soprattutto per i ragazzi giovani. Insistendo su queste cose si può dare ai milanesi, ma non solo, la sensazione di vivere in una città globale per davvero».
Cosa bisogna fare dunque per migliorare la città?
«Bisogna lavorare sulla qualità per portare a Milano il maggior numero possibile di stranieri. E dar loro dei validi motivi per scegliere Milano e non un’altra città».
Cosa ne pensa dell’Expo?
«L’Expo è la grande occasione che Milano ha per realizzare queste cose, per diventare più internazionale, più globale».
Quindi i soldi per l’Expo saranno ben spesi?
«Se utilizzati nel modo giusto, assolutamente sì».
Tornando alla crisi, non pensa che certi prodotti che vediamo nelle vetrine siano troppo cari?
«Non è solo una questione di prezzo, ma di qualità: oggi più che in passato, i consumatori sanno distinguere i marchi seri da quelli che vendono solo fumo. Alla fine ci sarà una selezione naturale: sarà il mercato a decidere quali sono i prodotti seri».
Quindi è giusto che certi abiti e accessori siano così costosi?
«È giusto vendere un modello di coerenza. Il prodotto deve essere il giusto compromesso fra qualità, funzionalità e prezzo, tre caratteristiche che il nostro made in Italy garantisce. E il consumatore questo lo capisce».
Però ormai fra saldi, presaldi, sconti e outlet, anche Milano sta diventando una svendita continua...


«Infatti, e bisognerà cambiare rotta, perché il consumatore è attento e sensibile: se acquista qualcosa che dopo tre giorni vede nella stessa vetrina a metà prezzo, allora la volta dopo aspetta a comprare, e questo metodo non va assolutamente bene».
In altre parole?
«Bisogna avere rispetto per il consumatore».

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