Milano rinuncia al risarcimento dall’SS Saevecke

Il Comune rinuncerà a chiedere i danni materiali agli eredi di Theodor Saevecke, il capitano delle Ss che organizzò l’eccidio di piazzale Loreto il 10 agosto del 1944. La motivazione è che le azioni legali per ottenere il risarcimento sarebbero ora troppo onerose e non convenienti. Il Comune si era costituito parte civile, con i familiari delle vittime, nel processo presso il tribunale militare di Torino nel 1997, conclusosi due anni dopo con la condanna all’ergastolo di Saevecke e il risarcimento dei danni.
«L’azione di quantificazione del danno - recita la delibera approvata ieri - presenterebbe margini di incertezza che rendono molto dubbia la sua convenienza. Va considerato che il processo si è svolto interamente in contumacia e neppure dopo la sentenza è stato possibile accertare la residenza dell’imputato. Da notizie diffuse a mezzo stampa, inoltre, pare che Saevecke sia nel frattempo deceduto. L’azione legale, quindi, andrebbe a coinvolgere gli eventuali eredi. Ne deriverebbero, per il Comune, costi sicuramente notevoli che rimarrebbe interamente a carico dell’amministrazione nel caso, probabile, di irreperibilità o insolvenza». Inoltre, sempre secondo Palazzo Marino, «mentre per i familiari delle vittime i danni rivestono anche un carattere materiale, per gli enti e le associazioni che si sono costituite parte civile, hanno natura eminentemente morale e simbolica».


La conclusione è allora che «considerata la portata propriamente storica dei fatti, accaduti oltre 50 anni prima della celebrazione del processo, l’offesa subita dall’amministrazione ha trovato il più appropriato risarcimento nella sentenza di condanna, poi passata in giudicato, con la quale lo Stato italiano è pervenuto a una completa ricostruzione storica dei fatti e alla individuazione del principale responsabile degli stessi».

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