da Milano
Mentre modelli sottili e ammiccanti sfilano sulle passerelle abbagliati dalle luci dei flash e dei riflettori cè chi porta la rivoluzione nel patinato mondo del fashion system. E a sollevare dubbi è proprio uno che da quel mondo proviene, ovvero Massimo Piombo, quasi ventanni di carriera alle spalle e una maison che vanta 100 punti vendita in tutto il mondo. Nel 1989 esordì con la sua prima collezione di giacche e cravatte, a gennaio 2007 parla di «Anima della giacca», e lo fa facendo sfilare sulla facciata del palazzo della Ragioneria Municipale di Milano le ombre dei passanti. «Anime di piombo» è il titolo della performance artistica che ha coinvolto, più o meno consapevolmente, chiunque si trovasse a passare ieri in piazza della Scala tra le 18,30 e le 20, giapponesi compresi con tanto di macchina fotografica.
Linsolita sfilata di ombre, pensata dallassessore alla Cultura Vittorio Sgarbi, che ha scelto Piombo per «vestire» le silhouette dei milanesi, proietta un pensiero molto profondo. «Anime di piombo - spiega Sgarbi - ha lo scopo di trasformare la più banale delle azioni quotidiane, il camminare, in atto estetico rivelando il corpo in maniera bidimensionale. Unombra che rappresenta lanima dellindividuo, ma anche il suo involucro esterno, che è determinato da quello che indossiamo».
«La performance vuole rappresentare lanima della giacca in contrapposizione al patinato e troppo decorativo mondo della moda, affinché la giacca sia proiezione dellanima e parte intellettuale di ciascuno di noi - aggiunge lo stilista, che va oltre -. È tempo di abbandonare il futile gioco dellesteriorità per riscoprire ciò che teniamo da sempre gelosamente custodito dentro di noi: la nostra anima.
Anche questa volta lo stilista ligure è riuscito a varcare i confini: le ombre dei londinesi, a giorni, verranno proiettate sulla Tate Modern Gallery.
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