«Ma ti serve proprio oggi?» è lo slogan (nella foto) che Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uil-Tucs stanno facendo circolare da giorni per sensibilizzare i consumatori su una battaglia che si ripete anno dopo anno. Il 25 aprile, Primo maggio e 2 giugno «sono feste nazionali per tutti - scrivono i sindacati di categoria -. Diamo valore alle feste e alle vite dei lavoratori, diciamo no alle aperture commerciali nei giorni festivi». Ancora una volta, sottolinea la Cgil Lombardia, «siamo costretti a ribadire che né la legge, né il contratto collettivo nazionale di lavoro prevedono l'obbligo della prestazione lavorativa in occasione delle festività. Invitiamo pertanto le lavoratrici e i lavoratori a godere del 25 aprile Festa della Liberazione, del 1 maggio Festa del Lavoro e delle lavoratrici e dei lavoratori e del 2 giugno, Festa della Repubblica».
Ma il primo a non rilanciare l'appello, almeno per quanto riguarda la festa della Liberazione, è proprio il sindaco. Tenere i negozi e gli esercizi commerciali aperti nei festivi «penso che sia un sacrificio fattibile, soprattutto il 25 aprile - ha commentato ieri Beppe Sala -. Con questo, credo che il 25 sia una giornata importante e io personalmente sarò molto impegnato e vorrò partecipare a quanti più eventi possibili. Non trovo però sbagliato che i negozi rimangano aperti». Linea che non piacerà a sindacati e esponenti di sinistra. In occasione del primo 25 aprile con la fascia tricolore l'ex sindaco Giuliano Pisapia si schierò a fianco della Cgil. «Ci sono feste che tutti hanno il diritto di celebrare - disse - e oltre a quelle religiose ci sono quelle civili, tra cui la Festa della Liberazione e il Primo Maggio che devono essere celebrate con la partecipazione ad eventi e manifestazioni. Questo contrasta con l'apertura dei negozi».
Beppe Sala sfilerà al corteo del 25 e salirà sul palco in piazza Duomo insieme alla leader Cgil Susanna Camusso, don Luigi Ciotti, Roberto Cenati e la presidente Anpi Carla Nespolo. Intervista su maxischermo a Liliana Segre.
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