«Dov'è? Dov'è?». «Sei meravigliosa» le grida una sciura. «Non ci deludere». Giorgia Meloni sceglie Milano per il suo debutto da quasi premier e viene accolta come una star. Video, selfie, cori «Giorgia, Giorgia». La prima uscita pubblica della leader di FdI dopo il voto ieri è al Villaggio Coldiretti allestito tra Castello e piazza del Cannone. Il giorno prima sono passati il segretario della Lega Matteo Salvini e il sindaco Beppe Sala, hanno sfilato vari ministri, prima che arrivi (con circa un'ora di ritardo) la Meloni è salito sul palco il governatore Attilio Fontana, che poi ha dovuto raggiungere Varese per un evento e non l'ha incrociata - nei giorni dell'alta tensione al Pirellone per lo scontro finale con la vice Letizia Moratti - e entra accolta da lunghi applausi mentre parla il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani. É una platea che conta. «Vale un quarto della produzione nazionale» sottolinea poco dopo la Meloni durante il suo intervento. Jeans e scarpe da ginnastica, arriva accolta all'ingresso da Ignazio La Russa (in platea anche i compagni di partito Riccardo De Corato e Marco Osnato) ed è visibilmente emozionata. All'arrivo si limita a dire ai giornalisti che ha già visto il presidente Fi Silvio Berlusconi ad Arcore, un incontro «cordiale e costruttivo, sono molto ottimista. Siamo d'accordo sulle priorità e le prime cose da fare», mentre a domanda se approfitterà della tappa milanese per vedere anche Letizia Moratti risponde di no.
Agli agricoltori che riempiono il tendone (ma in platea ci sono varie personalità, in seconda fila si intravede l'ex presidente di Ferrovie dello Stato Elio Catania) Meloni spiega di avere «evitato uscite pubbliche dopo le elezioni» per dedicarsi «ai dossier più urgenti. Se dovessimo essere chiamati a governare», formula che usa un paio di volte, calcando il tono, «vorrei fosse chiaro che vogliamo dare risposte immediate ed efficaci ai problemi di questa nazione. Abbiamo fatto campagna elettorale dicendo che volevamo cambiare il rapporto tra lo Stato e i cittadini e lo Stato e le imprese. E la nostra bussola è non disturbare chi vuole fare, creare ricchezza e assumere. La ricchezza non si fa con un decreto ma la fanno le aziende e il compito dello Stato è lasciarle lavorare tranquillamente. Ci siamo dati anche come obiettivo quello di restituire a questa nazione una strategia industriale». Dichiarazioni accompagnate da applausi. Affronta il tema del caro energia. «Molte aziende sono costrette a produrre in perdita o rischiano di chiudere, non ce lo possiamo permettere. Sono in costante contatto con il governo uscente, che è impegnato in una complessa trattativa a livello europeo per trovare soluzione. Ma se pensiamo di poter continuare a compensare a livello nazionale il costo delle bollette che continuano a salire e regalare soldi alla speculazione facciamo un errore. Qui il tema non è quante risorse regalare alla speculazione, è come fermarla». E anche qui l'applausometro sale. Idem quando insiste sulla «difesa degli interessi nazionali» o parla di sostenibilità ambientale «che deve andare di passo con quella economica e sociale. Vogliamo difendere l'ambiente ma con l'uomo dentro» e di «dialogo necessario con i corpi intermedi». Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini sottolinea che ha scelto «di essere qui come prima visita quasi ufficiale» e assicura «noi ci saremo». Meloni visita il Villaggio, tappa allo stand delle mozzarelle dove assaggia un boccone e firma la petizione mondiale per fermare lo sbarco a tavola del cibo sintetico promossa da World Farmers Markets Coalition. Non ci sono proteste a sorpresa.
Mentre sale in auto i fotografi la invitano a mandare un «bacione» a Salvini. Fa il gesto a favore di flash, se fosse indirizzato davvero al leader della Lega (che usa «bacione» quando si rivolge a chi lo critica) non è dato sapere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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