Addio «Topolino»: passa alla Panini e trasloca a Modena Ma resterà bauscia

Molti anni fa, qualcuno si prese la briga di ipotizzare una provenienza geografica per i personaggi della Disney, incrociando caratteri e clichè: così Paperino era indubbiamente romano, Pippo napoletano, Paperoga veneto, Gambadilegno lasciamo stare. E Topolino era ovviamente milanese (c'era che chi sosteneva che somigliasse anche fisicamente a Carlo Tognoli): il classico milanese tappo, alacre e un po' bauscia, pochi sogni e pedalare. Forse anche per quello il vecchio Arnoldo Mondadori aveva voluto che il fumetto americano uscisse in Italia per mano della sua casa editrice.
Così è notizia un po' triste, inseribile a pieno titolo nelle cronache del declino meneghino, che Topolino lascia Milano. La prima edizione nel nostro paese risale - a essere pignoli - al 1930 a Torino. Ma è con l'agosto 1935, col primo Topolino stampato da Mondadori, che l'epica del roditore si incrocia inestricabilmente con Milano. Nella fresco palazzotto al 20 di via Bianca di Savoia si compì la metamorfosi artistica. Basta con le tavole importate dall'America e messe in rima. A Milano gli artisti italiani del fumetto fecero di Topolino un eroe planetario, un Disney senza Disney e meglio di Disney.

E quando la Disney se ne accorse si riprese i diritti dalla Mondadori, ma tutto restò a Milano, la nostra piccola o grande Topolinia.
Adesso Topolino è stato comprato dalla Panini. Va a vivere a Modena, con le figurine di Canuti e Pizzaballa. Forse mangerà meglio. Ma questi ritmi da matti gli mancheranno.

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