"Allarme droga, il consumo dilaga"

Parla Gabrielli: «Non basta la repressione, dobbiamo lavorare su chi ne fa uso»

"Allarme droga, il consumo dilaga"

Prefetto Franco Gabrielli, capo della polizia, cosa significa ricordare l' agente di polizia Antonio Annarumma a 50 anni dalla sua morte?

«Insieme all' Arcivescovo Mario Delpini abbiamo voluto sottolineare in maniera significativa questa ricorrenza. A giorni verrà ricordata la strage di piazza Fontana che nel nostro Paese è considerata l' inizio degli Anni di piombo e della notte della Repubblica. Una scia di sangue in cui ci furono centinaia di morti e dove le forze di polizia pagarono un prezzo altissimo.
Per noi quel periodo inizia il 19 novembre1969 e si conclude nel marzo del 2003 con il sacrificio di Emanuele Petri. Anche se ci furono letture di quei fatti che ancora oggi non hanno visto una verità processuale, rivendichiamo con forza il sacrificio dei nostri caduti perché rivendichiamo con forza che in quegli anni siamo stati sempre dalla parte giusta».

La Milano di oggi non è più la stessa di allora, ha altri problemi, altre priorità. In questa ottica come giudica il successo dell'esperimento della lotta contro la droga fatto al boschetto di Rogoredo e ora esteso al Parco delle Groane?

«È sicuramente un risultato positivo per lo sforzo che le forze di polizia coordinate dal prefetto Renato Saccone hanno conseguito su questo territorio. Purtroppo...».

Purtroppo?

«Non pensiamo che la significativa risoluzione delle problematiche di Rogoredo costituisca il definitivo contrasto a questo tipo di problema».

Una piaga troppo estesa?

«Se non sarà più Rogoredo, si tratterà di un'altra parte del territorio. Mi sforzo di far comprendere come nel pianeta droga ci sia da una parte un'attività di contrasto delle forze di polizia che deve essere sempre più incidente, più capace d'intercettare le domande di sicurezza dei cittadini, laddove questo fenomeno restringe la pacifica fruibilità di certe aree da parte della gente. Dall'altra però il problema del consumo, che poi sta alla base dello smercio e del traffico, dovrebbe coinvolgere un po' tutti. Non bisogna mai perdere di vista il fatto che dovremmo rivedere un po' tutti l'atteggiamento nei confronti di questo problema».

Dall'osservatorio del Dipartimento di pubblica sicurezza, arriva un grido d'allarme.

«Il fenomeno si sta riacutizzando. E vede un allargamento del consumo, un abbassamento dell'età dei consumatori con un conseguente proliferare, oltre alle cosiddette droghe storiche, anche di sostanze psicoattive di natura chimica sempre più nuova e più pericolosa».

Sembra una lotta talmente impari da non lasciare speranza.

«Dobbiamo in qualche modo fare sempre più squadra. Da parte nostra c'è un'attività repressiva non tanto sui consumatori, ma piuttosto su coloro che importano, spacciano, trafficano».

E

quindi?

«Dobbiamo lavorare molto sul consumo e su chi consuma. Perché, seppur in una logica criminale, questo è un business con una domanda e un'offerta: tanto più alta è la domanda, tanto maggiore sarà l'offerta».

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