«Alto design e niente salamelle Così ho ripulito zona Tortona»

«Alto design e niente salamelle Così ho ripulito zona Tortona»

In zona Tortona, il «lunapark» della Settimana del design, qualcosa è cambiato. Quest’anno, nelle vie alle spalle della ferrovia di Porta Genova, meno chiasso e meno baracchini fumanti di salamelle a corollario della marea di curiosi a caccia di showroom. Qualità e rigore sono le parole d’ordine nel distretto dall’associazione costituita da Gisella Borioli di Superstudiopiù, che già nelle prime ore del mattino di ieri ha visto affluire nutriti gruppi di visitatori sul ponte di ferro che collega la stazione a via Tortona. «Non è stato facile ripulire quello che qualcuno aveva definito lo struscio discrict, da alcune stagioni invaso da ambulanti, birrai, ma anche da location improvvisate in stile oh bej oh bej» dice la Borioli con una punta di sollievo. «Nel primo caso abbiamo fatto pressioni sul Comune per effettuare maggiori controlli, mentre nel secondo abbiamo selezionato rigorosamente i progetti degli espositori del circuito Tortona». Obbiettivo? «Concentrare nel distretto Tortona i grandi brand e i giovani designer che volessero mettere in mostra solo la propria filosofia, scremando le mostre dagli aspetti più commerciali». Una strategia ben visibile negli spazi del Temporary Museum di Superstudio: qui, alla tradizionale «controfiera», si è oggi sostituito un vero e proprio museo d’impresa dove designer legati a grandi marchi come Canon, Frau, Alcantara o Samsung propongono storie di prodotto attraverso installazioni multimediali di grando impatto emotivo. Nei vari padiglioni nessuna infiorata di lampade, sedute e divani futuribili ma ologrammi, effetti speciali e percorsi in realtà virtuale che offrono un viaggio all’interno dell’innovazione e del nuovo abitare. Una sezione è invece dedicata alle collettive nazionali di Paesi come la Polonia, che mette in mostra i risultati del concorso per mobili urbani per la città di Poznan; o come la Thailandia, che espone le nuove produzioni artigianali e industriali sulla tradizione dell’intreccio. Nel «basement», riflettori sui giovani talenti che mostrano prototipi elementari basati sulla sperimentazione di materiali ecosostenibili e tecnologie a basso consumo come le lampade «oled», la nuova generazione di led per interior design. Materiale e immateriale si fondono e gli artefici sfruttano le nuove potenzialità dell’e-commerce, come dimostra il progetto www.dalani.it che permette in tempo reale di acquistare online a prezzi superscontati le novità esposte dai designer internazionali.
Al piano nobile, è pura poesia visiva l’evento «Neoreal in the forest» presentato nella mostra di Canon a cura del visual artist giapponese Nobuhiro Shimura, una foresta di luce e colori che modifica la percezione dello spazio. Avveniristico il progetto realizzato dall’archistar Italo Rota per Samsung: i visitatori sono invitati ad attraversare spazi neutri che possono vedere abitati e arredati sui display di tablet portatili. Lo stand di Lumiotec è invece reinventato dal designer giapponese Naohiko Mitsui che, utilizzando pannelli oled dà luogo ad una scenografia specchiante che crea l’illusione percettive di un infinito abisso.

Più legata all’oggetto la mostra «Playing with tradition» firmata da grandi nomi del design come Fabio Novembre, Marteen Bass e Jerzey Seymour che fanno sciogliere come ghiaccioli al sole oggetti e accessori legati alla tradizione dell’arredamento di interni.

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