Dopo le polemiche sui suoi tentennamenti, ha deciso. «Dichiaro ora la mia disponibilità. Disponibilità ad assumere un'iniziativa politica. A verificare le condizioni di aggregazione di rappresentanze sociali e forze politiche in un nuovo patto civico. A presentare linee di programma che consentano ai più di convergere unitariamente». Utilizza il suo profilo Facebook Umberto Ambrosoli (nella foto) per annunciare la sua candidatura regionali. Il post ieri sera, dopo un incontro con il sindaco Giuliano Pisapia, ormai a suo agio nei panni dell'abile mediatore. Ma le cose non sono così semplici, perché se è vero che Ambrosoli è riconosciuto come il candidato ideale per dare la scalata al Pirellone, perché papa ancor più «straniero» di Pisapia che qualche contatto con la politica l'aveva avuto anche prima di candidarsi, è altrettanto certo che la diabolica ragnatela delle primarie sta ormai avvolgendo il centrosinistra. Rischiando di paralizzarlo.
Come dopo la presentazione, questa sì ufficiale e fatta ieri con tutti i crismi, del consigliere pd Fabio Pizzul. Una candidatura alle primarie ed è questa la vera differenza, perché Ambrosoli vorrebbe evitare le urne («Non ci sono - ha detto - i tempi tecnici»). Una condizione difficile da soddisfare, soprattutto dopo che in campo sono già scesi in sei (oltre a Pizzul, Alessandra Kustermann, Roberto Biscardini, Andrea Di Stefano, Enrico Fedrighini che forse rinuncia e Giulio Cavalli) e che anche Pisapia, uno dei sostenitori del passo indietro per favorire Ambrosoli, ci ha ripensato. Perché sentire i militanti serve «non solo per scegliere il migliore», ma anche per «iniziare quel discorso programmatico decisivo per l'esito finale». Una posizione forse non condivisa dalle segreterie dei partiti, più disposte alla scelta dall'alto. «Le primarie - ha detto Pizzul - sono un passaggio irrinunciabile perché il centrosinistra si presenti in maniera credibile, competitiva e innovativa». Inevitabile la contrapposizione ad Ambrosoli, anche se l'ex direttore di Radio Marconi e presidente dell'Azione cattolica ha precisato che la sua «non è una candidatura contro qualcuno». Ma lo scontro c'è. «Tutti i candidati sono importanti - assicura -, ma nessuno è indispensabile. In Lombardia non c'è nessun Obama». Parole, quelle sulle primarie, applaudite dalla Kustermann («strumento imprescindibile»).
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