"Amo la sinfonica e la lirica In Filarmonica per passione"

Presidente di UniCredit e ora del complesso scaligero: «Ho avuto la fortuna di vedere von Karajan e Gergiev»

"Amo la sinfonica e la lirica In Filarmonica per passione"

Il Consiglio della Filarmonica della Scala ha appena nominato Fabrizio Saccomanni nuovo presidente dell'associazione. Al vertice di UniCredit e membro del Consiglio della Filarmonica stessa dal settembre scorso, Saccomani ha assunto l'incarico al vertice della struttura subentrando all'ad Jean Pierre Mustier in carica dal 2017.

Il numero uno di UniCredit, economista e già ministro dell'Economia e delle Finanze fino al febbraio 2014 durante il Governo Letta, ha accettato di rispondere ad alcune domande.

Professor Fabrizio Saccomanni alla presidenza della Filarmonica della Scala al posto dell'ad Jean Pierre Mustier: può spiegare la motivazione del cambio della guardia ai vertici dell'associazione?

«Jean Pierre Mustier si è impegnato attivamente in questi ultimi due anni per assicurare la sostenibilità finanziaria della Filarmonica nel futuro; sulla base dei buoni risultati raggiunti ha ritenuto che il suo compito potesse concludersi. E per questo mi ha proposto, data anche la mia passione per la musica, di sostituirlo e proseguire il lavoro fatto».

Ha dichiarato che è molto contento di questa nomina perché è appassionato di musica: a quale livello, ha mai studiato musica? Si sa della sua passione per l'opera... quali autori e opere preferite...

«Sono molto appassionato di musica sinfonica e anche d'opera lirica; ho avuto l'opportunità di ascoltare i più grandi direttori d'orchestra nei più grandi teatri, da Abbado a von Karajan a Valery Gergiev, e con i migliori solisti».

Lei arriva alla presidenza della Filarmonica con un bel carico di esperienza anche nel mondo della musica...

«Sono stato in questi ultimi anni presidente dell'Associazione Amici dell'Accademia musicale di Santa Cecilia e abbiamo svolto essenzialmente attività di divulgazione dei concerti chiamando illustri musicologi a presentare la stagione sinfonica dell'Accademia».

Che cosa pensa del lavoro svolto fin qui e che cosa pensa di fare?

«La partnership di UniCredit con la Filarmonica è molto profonda e nasce da una reale condivisione di obiettivi: diffondere la cultura musicale presso un pubblico il più possibile ampio, promuovere l'esperienza della musica nei più giovani e sostenere iniziative di solidarietà anche attraverso la musica. Sono convinto che si debba proseguire in questa direzione anche perché è molto coerente con l'impegno di UniCredit nel Social Impact Banking».

Come vede la situazione della musica in Italia per quanto riguarda l'interesse del pubblico?

«Penso si debba promuovere la collaborazione fra tutte le istituzioni musicali italiane per ampliare il novero delle persone che possono fruire della musica, soprattutto i giovani nelle scuole e nelle università e sostenere l'attività di giovani compositori».

Riguardo l'impegno del mondo imprenditoriale italiano verso la cultura...

«La Filarmonica della Scala è un buon esempio di collaborazione tra pubblico e privato, infatti diverse iniziative di carattere sociale sono realizzate in collaborazione con le istituzioni pubbliche, penso in particolare alle Prove Aperte a favore della solidarietà e ai concerti aperti gratuitamente al pubblico nella città di Milano, come il concerto in piazza Duomo e quello che si terrà lunedì prossimo al Palazzo della Regione».

Può fare esempi di settori attivi in questo senso?

«Il settore bancario e quello assicurativo sono da sempre attivi nel sostegno alla cultura, come anche altre realtà imprenditoriali, tra cui quelle della moda e delle utilities, che hanno sviluppato nel tempo partnership importanti con le istituzioni culturali del nostro Paese.

La recente introduzione della disciplina dell'Art bonus per il sostegno del patrimonio culturale italiano nelle sue varie forme, e di cui UniCredit è stato tra i primi utilizzatori, è un buon segnale a favore del coinvolgimento dei privati nella valorizzazione dei beni culturali italiani, in linea con le più consolidate esperienze di altri Paesi».

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