Un Arlecchino per due Riecco Goldoni al Piccolo

Soleri e Bonavera si dividono la maschera dell'eterno «Servitore» All'Elfo Puccini arriva «Il giardino dei ciliegi» di Ferdinando Bruni

Antonio Bozzo

Mettiamoci nei panni di uno spettatore milanese, appassionato di teatro (per fortuna, la categoria non è esigua). Ecco che cosa farebbe questa settimana: prima di tutto andrebbe al Piccolo Grassi, per rivedere Arlecchino servitore di due padroni, nella storica regia di Giorgio Strehler con la mitica interpretazione di Ferruccio Soleri (l'Arlecchino più famoso del mondo) che divide la maschera con Enrico Bonavera. Lo spettacolo, in scena dal 3 al 22 maggio, è una sorta di antologia dell'officina teatrale chiamata Piccolo. Il nostro spettatore non lascerà il teatro fondato da Strehler: perché rinunciare a I giganti della montagna di Luigi Pirandello, allo Studio dal 3 all'8 maggio? Diretto e interpretato da Roberto Latini, I giganti è un testo incompleto rappresentato postumo: nulla di più pirandelliano. Una compagnia di attori arriva a Villa Scalogna dove un mago shakespeariano crea illusioni e magie. «Voglio immaginare - ha detto Latini - tutta l'immaginazione che posso». E ora, che cosa tocca al nostro milanese teatrofilo? Farà sicuramente un salto all'Elfo Puccini, curioso del Cechov di Ferdinando Bruni, Il giardino dei ciliegi, in scena dal 3 al 22 maggio. Con Ida Marinelli, Elio De Capitani, Elena Russo Arman e altri bravi attori (in tutto dodici) il giardino-mondo del grande autore russo parla ai nostri sensi raccontandoci sempre qualcosa di importante sulla vita, il tempo, la morte che si avvicina, la rinascita, la speranza. Una produzione del 2006 ormai diventata un classico. Non stanco di spettacoli, il nostro spettatore-tipo andrà al Libero, a godersi un originale esperimento teatrale scritto e interpretato da Sarah Chiarcos, Paolo Giorgio e Marcello Gori del Circolo Bergman: Istruzioni per l'uso del terzo millennio (dal 3 al 9 maggio). Una riflessione, è l'intendimento degli autori, sulle sfide di domani. Strumenti di indagini del futuro prossimo: canzone d'autore, pop italiano, racconti autobiografici e performance.

Se il nostro spettatore ama i classici, non si terrà distante dal Carcano, dove dal 4 al 15 va in scena Lisistrata di Aristofane, con regia di Stefano Artissunch e interpretazione di Gaia De Laurentiis. La celebre commedia - che racconta uno sciopero femminile del sesso per indurre spartani e ateniesi a non farsi più la guerra - è rivissuta in stile burlesque e ironico, con il regista che fa da oracolo e introduce le scene. Le fatiche del nostro spettatore sono quasi terminate: non rinuncerà di certo a rivedersi uno dei due ritorni, al Parenti: L'uomo che amava le donne con Corrado Tedeschi (dal 3 al 15, riduzione teatrale di un film di Truffaut) e Per strada di Francesco Brandi con regia di Raphael Tobia Vogel (dal 4 al 15, che ha fatto il tutto esaurito per 11 repliche).

E alla fine, visto che lo immaginiamo curioso dei fatti più recenti, il nostro spettatore metterà il naso anche al Teatro della Cooperativa, dove Il matto 2, monologo di Massimiliano Loizzi, tratta della morte di Carlo Giuliani a Genova, durante gli scontri del G8, luglio 2001.

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