Badge, vigili pronti allo sciopero "Nessun corpo di polizia timbra"

Giovedì al comando di zona 3 scatterà l'obbligo del cartellino I sindacati dei ghisa: «La divisa è una vocazione, noi umiliati»

Badge, vigili pronti allo sciopero "Nessun corpo di polizia timbra"

Vigili sul piede di guerra. Pronti a scioperare nei giorni del ponte di Sant'Ambrogio, quando si concentrano eventi «caldi» come la Prima della Scala, la fiera degli Oh Bej! Oh Bej! e centinaia di turisti affollano le vie della città. Questa mattina le organizzazioni sindacali Sulpm, Adl, Sgb e Usb invieranno le carte al Prefetto per l'avvio dell'iter per la promulgazione dello sciopero. Entro dieci giorni da palazzo Diotti arriverà la convocazione del tavolo per il tentativo obbligatorio di raffreddamento del conflitto. Il motivo del contendere? L'introduzione del badge per il controllo delle presenze dei 3mila ghisa in servizio.
Il cartellino dovrebbe entrare in funzione giovedì al comando di zona 3, il 1 dicembre alla centrale operativa e al nucleo radiomobile e tra gennaio e febbraio in tutti i comandi della città, con un passaggio tecnico fissato per il 10 dicembre per la verifica della sperimentazione. Quella del controllo elettronico delle presenze è un vecchia questione: la prima volta si tentò di introdurla nel 2008, la seconda 2016. Ora sembra che l'amministrazione sia arrivata a un passo dalla realizzazione. Le macchinette sono state montate nelle zone, e il vice sindaco e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo ieri ha incontrato i rappresentanti sindacali per discutere della novità.

«Con il badge non si risolve certo il problema dei fannulloni - attacca Daniele Vincini, segretario DiCCAP/Sulpm di Milano Città - perché una volta timbrato non è certo il badge che controlla cosa faccio, ma soprattutto nel corpo di polizia abbiamo un sistema di controllo delle presenza fatto di persona da un graduato». A ogni inizio turno, infatti, il vigili passano dalla sala briefing dove viene fatta la «spunta nominale» (ovvero l'appello) e si organizzano e «aggiustano» i servizi, a seconda delle esigenze di personale e della giornata. In sostanza si programma l'attività degli agenti per turno. A fine servizio accade la stessa cosa. «Nessuno sfugge ai controlli, una volta in servizio si accende il collegamento radio, le macchine sono tutte collegate con il gps» spiega Vincini, e comunque « siamo il corpo di polizia con il più basso indice di assenteismo d'Italia».

I ghisa hanno sempre fatto della puntualità un «vanto, anche perchè il particolare sistema di copertura dei turni prevede cambi sul posto, e dalla mia puntualità dipende la fine della giornata lavorativa di un altro collega» spiega il sindacalista. Ma il sistema informatico, studiato dal Comune per unificare tutti i dati del personale e delle pattuglie in servizio giorno per giorno per avere una fotografia complessiva, non tiene conto del puzzle dei turni, dei cambi, che rischierebbero di avvenire in ritardo, degli intervalli che devono intercorrere, per contratto, tra l' ordinario e lo straordinario, dei servizi condizionati. «Non è una questione organizzativa o tecnica, il Sulpm ne fa una battaglia per la difesa della dignità del corpo. Non possiamo essere equiparati a dipendenti comunali qualsiasi, noi siamo un'altra cosa. Se ci vogliono trattare - continua Vincini - come dei semplici impiegati non ci chiedano più di svolgere compiti di polizia giudiziaria, di ordine pubblico, di antiterrorismo». In sintesi non si è mai visto nessun agente in divisa timbrare il cartellino, così i vigili, che sono a tutti gli effetti un corpo di polizia, non hanno intenzione di farlo.

«Chi indossa la divisa e tutti giorni rischia in prima persona - conclude il segretario Sulpm - lo fa per una motivazione molto forte. Lavoriamo in condizioni critiche, sotto organico, facciamo turni in straordinario per coprire i turni ordinari e adesso il Comune ci vuole umiliare così?».

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