Balletto natalizio per una Scala che apre ai giovani

L'étoile Roberto Bolle e l'ospite Maria Eichwald nella nuova produzione di un grande classico Da gennaio recite scontate per avvicinare i ragazzi

ScalAperta. É il logo di un'iniziativa della Scala del nuovo corso. Quello segnato dalla sovrintendenza Alexander Pereira e preannunciato - in tempi non ancora sospetti - dall'Orchestra Filarmonica scaligera che in questi ultimi anni ha messo in campo le prove aperte alla cittadinanza, il concerto in piazza ed ora anche agli Arcimboldi. ScalAperta prevede la vendita a metà prezzo di 13 spettacoli della stagione, con lo stesso direttore e lo stesso cast delle recite vendute a prezzo intero. Si parte con l'appuntamento del 18 gennaio (vendita dal 29 dicembre, da 5 a 75 euro), vale a dire l'ultima replica dello Schiaccianoci nella nuova produzione di Nacho Duato: il balletto presentato in anteprima per i giovani sotto i 30 anni proprio ieri, e che stasera debutta ufficialmente.

Certo, quel dì (18 gennaio) non ci sarà la star del cast che debutta oggi, Roberto Bolle, il ballerino icona della danza classica: cresciuto e scoperto proprio in Scala. Un ballerino ma anche personaggio capace di dare visibilità alla danza di casa nostra. Legatissimo al Piermarini, Bolle ha anche saputo gettare ponti Oltre Oceano, è infatti Principal Dancer dell'American Ballet Theatre, un ruolo mai assegnato ad un danzatore uomo italiano. Con gli spettacoli dal marchio Bolle & Friends, che torneranno quest'estate all'Arena di Verona, sta portando in Italia i nomi chiave della danza internazionale quella che - altrimenti - non inserisce l'Italia nel proprio circuito. Spicca, dunque, nella rosa degli artisti da «esporre» nella vetrina- Expo. Proprio con un Gala d'étoiles - Bolle in testa, ovviamente - la Scala chiude il semestre dell'Esposizione. Bolle si augura che lo Schiaccianoci (musiche di Cajkovskij), dato il soggetto, rientri nella tradizione scaligera natalizia. Secondo la versione del coreografo Nacho Duato? Chissà. Intanto Duato promette uno Schiaccianoci neoclassico, «non propongo una mia personale versione della favola, né vi aggiungo nulla. Ho tagliato qua e là la musica, ma ho mantenuto la storia quasi senza alcun cambiamento. L'unica cosa che davvero non capisco è: se il Re dei Topi viene colpito a morte alla fine del primo Atto, come può essere ancora vivo nel secondo? Nella mia versione lo faccio morire nel primo Atto, mentre la Danza spagnola apre l'Atto secondo».

Dopo lo Schiaccianoci, Bolle tornerà alla Scala in primavera per Giselle e in chiusura d'anno per Manon. Crede nella Scala del nuovo corso, quella che promette una rinnovata attenzione per il balletto offrendo sempre più nuove produzioni. Apertura che «dopo un periodo durissimo di crisi» Bolle legge come l'inizio di «una era di rinascita. Auguro a quello che considero il mio teatro di tornare a ricoprire quel ruolo centrale che gli spetta anche e soprattutto a livello internazionale», spiega. Bolle è a un passo dei 40 anni, età speciale per chi opera sulle punte. Ma lui è serafico, confessa di non provare turbamenti per l'età che avanza.

Si sente in gran forma e più sicuro che mai, con una maturazione di uomo grazie alla quale ridisegnare i personaggi della prima gioventù. Bolle è la stella di prima grandezza, bravo, solare, bello, comunicativo: perfetto ambasciatore della danza. Non spuntano però eredi all'orizzonte.

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