Cristina Bassi
Potrebbe uccidere ancora e potrebbe fuggire. Per questo deve rimanere in carcere Aljica Hrustic, il 25enne che ha ammesso di aver ucciso il proprio figlio di due anni e cinque mesi nella loro casa di via Ricciarelli. Ieri è arrivata la decisione del gip Valerio Natale, che ha appunto convalidato il fermo del giovane rom croato e ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere.
Hrustic è detenuto nel reparto protetti del carcere di San Vittore. È sotto stretta sorveglianza per evitare che gli altri detenuti possano aggredirlo. Le motivazioni della decisione del giudice sono il «concreto pericolo di reiterazione del reato» e il «pericolo di fuga». L'imputazione contestata al 25enne è quella di omicidio volontario aggravato, anche se le indagini affidate alla Squadra mobile sono in corso per stabilire se il piccolo Mehmed avesse già subito dal padre maltrattamenti e violenze. Così come ha raccontato agli inquirenti la madre, Silvija Zahirovic. Si partirà dall'autopsia, il cui inizio è fissato per lunedì.
Il corpo del bambino, già a una prima analisi, presentava lividi che sarebbero i segni di percosse antecedenti all'omicidio. Il piccolo poi aveva i piedi fasciati, perché aveva numerose bruciature. La prima ipotesi degli investigatori è che il padre lo abbia ustionato con le sigarette. E sarebbe proprio questa la causa della rabbia incontenibile che ha portato Hrustic a picchiare il figlio a morte. Il bambino cioè avrebbe tenuto sveglio l'uomo perché si lamentava per il dolore dopo le sevizie. Anche nell'interrogatorio di garanzia di due giorni fa davanti al gip e al pm Giovanna Cavalleri, assistito dall'avvocato Giovanna Berra, il 25enne ha ammesso di aver picchiato il piccolo ma di non averlo voluto uccidere. «L'ho picchiato - avrebbe detto -, poi l'ho visto morto. Non credevo che l'avrei ucciso». Ha anche aggiunto di aver fatto uso di droga quella notte: «Non riuscivo ad addormentarmi, mi sono alzato e l'ho picchiato».
La moglie dell'uomo, che ha 23 anni ed è incinta del quinto figlio, ha spiegato agli inquirenti di aver subito lei stessa maltrattamenti e di non essere riuscita a impedire che il marito picchiasse Mehmed, neppure nella notte tra martedì e mercoledì scorsi. La donna non aveva mai denunciato questi fatti, né lo aveva fatto qualcuno degli inquilini del palazzo Aler che di certo avevano sentito i pianti e i lamenti del bambino oppure delle sue due sorelline di 3 anni e poco più di un anno. Il figlio maggiore della coppia vive in Croazia.
Era stato lo stesso Hrustic a chiamare il 112 alle 5 del mattino, circa due ore dopo l'omicidio: «In via Ricciarelli 22 - ha detto al telefono - c'è un bambino che non respira». Poi è scappato portandosi dietro le figlie e lasciando la moglie sotto choc accanto al corpo del piccolo ormai senza vita. L'uomo è stato fermato intorno a mezzogiorno in zona Giambellino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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