Cronaca locale

Bolle: «Quando la Scala mi proibì di ballare con Nureyev»

Bolle: «Quando la Scala mi proibì di ballare con Nureyev»

Ovazioni, richieste di autografi, applausi e tante domande. Tutti vogliono vederlo (le fanciulle in particolare) tra donne e uomini dai 20 anni in su. Eppure è un lunedì qualunque, e non siamo in un locale “in”, ma alla Statale in Festa del Perdono. Lui è Roberto Bolle, classe 1975, di Casale Monferrato che a 23 anni era già primo ballerino della Scala: «Eppure mi avevano offerto diverse ospitalità in tutto il Mondo – racconta -. Non era una scelta semplice, ma ho deciso la cosa più rischiosa: mi sono messo in gioco e sono diventato ospite anche alla Scala». Una lezione-incontro che si è tenuta ieri su una vita di passione e coraggio, coordinata da Valeria Crippa e introdotta dal prof. Alberto Bentoglio, organizzata dalla Statale con Milanoltre, il Festival che esplora i nuovi orizzonti del teatro e della danza.
In attesa del Festival - dal 27 settembre al 12 ottobre - ieri in Statale si è tenuta un'anticipazione, poi proseguita la sera al Teatro Elfo Puccini, nonchè una lezione di Bolle, che confessa di essersi iscritto «alla Statale solo per rimandare il servizio mlitare, allora obbligatorio anche per noi scaligeri». Non parla con supponenza, racconta come «anche il cinema sia stato importante per influenzare i danzatori, aumentare la passione» e quanto oggi finalmente si sia formata una «didattica maschile vera e propria per il ballo, che per secoli è stato materiale principalmente considerato femminile».
Lo stesso Nureyev era rimasto colpito da Bolle: «Avevo 15 anni ed ero a scuola alla Scala. Spesso negli spettacoli gli allievi vengono selezionati per ruoli secondari. Nureyev stava cercando qualcuno per lo Schiaccianoci. Mi chiese di fare esercizi alla sbarra. Ero stanchissimo, ma cominciai. Alla fine mi chiese di ricominciare. Dopo giorni mi arrivò la proposta di lavorare con lui, ma la Scuola non me lo permise». Bolle si è raccontato ai presenti nell'esperimento della Statale «per avvicinare il pubblico alle personalità rilevanti del mondo dello spettacolo» ha detto Bentoglio.

E domani tocca alla mostra di Luini targata Fai.

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