Brega Massone condannato in Tv

Nonostante le diffide Raitre trasmetterà il film prima che i giudici abbiano emesso una sentenza definitiva

Magari, signora Brega, è una fiction garantista...

«Non credo proprio, mi è bastato vedere il promo in televisione. Per loro, mio marito è il mostro, punto e basta».

Barbara Magnani è la moglie di Pierpaolo Brega Massone, il chirurgo della clinica Santa Rita, condannato all'ergastolo per la morte di quattro pazienti. Una vicenda già di per sè delicata e controversa, dove si sono intrecciate indignazione popolare, un po' di scandalismo giornalistico, perizie mediche e questioni di diritto: e in cui ora fa irruzione un altro elemento di scontro. Sabato prossimo, alle 21, su Raitre verrà trasmessa una docufiction - ovvero una ricostruzione tra il reale e il recitato - del «caso Santa Rita». Al centro, ovviamente, lui: il dottor Brega Massone. Il «mostro». Peccato che per ora contro il chirurgo non ci sia una condanna definitiva. Non sono arrivati a conclusione né il processo per le lesioni ad ottanta pazienti, per cui è stato condannato in appello a quindici anni; né tantomeno quello per omicidio volontario, per i quattro pazienti morti dopo l'intervento. Ed è inevitabile chiedersi se sia corretto dare per vero e assodato ciò che i giudici devono ancora vagliare; e se la docufiction non rischi di influenzare i giudici e soprattutto i giurati che sulle colpe di Brega Massone devono ancora esprimersi.

Durante la lavorazione, i produttori del programma avevano chiesto al medico un'intervista da inserire nella «scaletta», Brega aveva accettato, ma la direzione delle carceri aveva bloccato tutto. Così la fiction è andata avanti senza di lui. Il programma doveva andare in onda già in ottobre, ma i legali del chirurgo avevano presentato un ricorso alla magistratura e la Rai aveva fatto retromarcia. Invece martedì scorso, alle undici di sera, mentre guardava la tv uno dei legali di Brega si è visto sfilare il «promo» che annunciava per sabato sera la messa in onda. Ieri dallo staff legale è partita una diffida all'indirizzo della Rai, ma finora è rimasta senza risposta. Salvo nuove retromarce, sabato «Operazione clinica degli errori» verrà trasmesso all'interno del programma di Rai 3 «L'Infiltrato».

La richiesta dei legali era che, fermo restando il diritto di cronaca e persino le esigenze della fiction, «Operazione clinica degli errori» andasse in onda solo dopo la conclusione della vicenda processuale nata dall'inchiesta della procura milanese su quanto accadeva alla «Santa Rita». Ma si tratta di una conclusione tutt'altro che prossima. Il troncone che vede Brega accusato di lesioni volontarie ai danni dei pazienti era approdato in Cassazione, ma qui il presidente della sezione e uno dei giudici hanno deciso di astenersi, e l'udienza è stata rinviata a data da destinarsi; mentre per le quattro accuse di omicidio volontario il processo d'appello è già stato assegnato a una sezione della Corte d'assise, presieduta dal giudice Sergio Silocchi, ma ancora non si sa quando potrà iniziare. Ed è soprattutto in questo processo che gli esiti sono aperti, perché è la prima volta che l'imputazione di omicidio volontario viene contestata in un processo per colpa medica.

I giudici di primo grado hanno condiviso la linea della Procura: gli interventi erano inutili e Brega aveva messo in conto che i pazienti potessero morire, e questo lo rende un assassino. Ma la partita non è ancora finita, e fin dove si siano spinte le colpe del chirurgo la giustizia non l'ha ancora detto.

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