Brera, un po' di luce dopo il degrado

Presentato il restauro dei corridoi e dei gessi storici danneggiati. Decisiva la nuova politica di fundraising

Brera, un po' di luce dopo il degrado

Muri scalcinati, qualche filo della luce ben in vista, corridoi bui e umidi: parte del fascino un po' maudit dell'Accademia di Brera sta anche nella sua sede, così ricca di storia e di imperfezioni. Sembra incredibile ma qualcosa sta cambiando: provate ad aggirarvi tra i corridoi o nei pressi della sala Napoleonica o ancora nel chiostro dove i ragazzi si ritrovano per studiare. C'è più luce, più ordine, più pulizia. I gessi poi, quei famosi gessi storici che punteggiano i corridoi centrali, messi in bella mostra per ricordare ai ragazzi il motivo per cui sono qui, sono tutti «sotto esame»: le mani degli allievi della Scuola di Restauro Camillo Boito diretta da Michele Formica li stanno rimettendo a nuovo. Ora si lavora sul calco della grande Pallade di Velletri , sulla bella Flora tratta da una copia romana conservata all'Archeologico di Roma e sul Fauno, la cui gamba si ruppe in mille pezzi forse per un atto vandalico o più probabilmente per incuria. L'Accademia si sta infatti rifacendo il look: il cantiere di restauro comprende la pulizia e riverniciatura dei corridoi, la sistemazione delle porte della aule, la revisione dei cartellini e manifesti a favore di indicazioni video, la sistemazione della bella Sala Napoleonica e soprattutto la valorizzazione del patrimonio artistico dell'Accademia. I «tesori» sono i gessi: i sei più importanti, tutti esposti nei corridoi del piano terra, sono ora in fase di pulitura e restauro ma anche a tutti gli altri 720 s'intende offrire un nuovo deposito che ne permetta la fruizione, perlomeno a studenti e studiosi. L'idea è quella di riammodernare le cantine del Palazzo sottostanti la sala Napoleonica per trasformarle in un luogo adatto all'osservazione e alla migliore conservazione dei gessi più importanti che hanno contribuito, nel corso della lunga storia dell'Accademia d'Arte, alla formazione artistica degli studenti. Ci sono gioielli come il busto di Clemente XIII, il calco del Napoleone Pacificatore il cui bronzo (appena restaurato) campeggia nel chiostro, calchi dei capolavori di Fidia, quelli del Galata Morente e molti gessi di pregio comprati dall'Accademia.

Per uscire dal tunnel di degrado strutturale in cui versava l'Accademia è stato necessario il reperimento di circa 400mila euro per i lavori: finalmente il «fundraising» ha funzionato grazie allo sforzo dell'ufficio eventi fortemente voluto dal direttore Franco Marrocco, il presidente Marco Galateri di Genola e la direttrice amministrativa Anna Virno. Un'operazione ben riuscita e che fa ben sperare per il futuro.

I vertici dell'Accademia sperano di completare i lavori di restauro e di «remise-en-forme» della sede storica entro dicembre e il deposito dei gessi storici entro la primavera, per essere pronti ad accogliere, in un sistema integrato con la Pinacoteca, i visitatori di Expo in una sorta di museo diffuso. In attesa della Grande Brera, qualcosa eppur si muove.

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