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Il caldo e l'afa non mollano Un'altra giornata di passione

Gli ospedali presi d'assalto, mancano le ambulanze Ma alla clinica Mangiagalli è boom di bambini nati

Il caldo e l'afa non mollano Un'altra giornata di passione

Parlare di caldo e afa d’estate a Milano e in gran parte del Nord Italia è come andare al Polo Nord e parlare di ghiaccio con gli eschimesi. Eppure ogni annoin particolare la nostra città la canicola (quest’anno peraltro agognata a gran voce dai più visto che la primavera, quella reale, ha fatto capolino solo per qualche giorno) quando arriva continua ad avere caratteristiche di eccezionalità, a cui segue di default uno stato emergenziale. Proprio come se le temperature torride fossero una novità e con cui si è costretti a fare i conti in affanno.

Secondo quanto spiegano sia la polizia locale che Areu (l'Azienda regionale emergenza urgenza) da giovedì pomeriggio sino a tutta la mattinata di ieri sono state 12 ore di passione. A causa del gran caldo, infatti, sono andati nel caos sia l'organizzazione dei pronto soccorso degli ospedali, sia il 118. Ma anche sulla rete elettrica si sono verificati molti temporanei black-out, dando filo da torcere ai vigili del fuoco, impegnati con i blocchi degli ascensori.

Com'era prevedibile il grande uso di condizionatori ha mandato in tilt più volte la rete elettrica. Giovedì il numero verde 80093301 di Unareti, che gestisce la distribuzione di energia elettrica e gas, ha registrato un numero di telefonate quattro volte più alto, così la società è stata costretta a mettere in campo il doppio delle squadre di pronto intervento, rispetto alle regolari condizioni di servizio. Tuttavia il carico massimo sulla rete elettrica di 1.635 Megawatt (+43% rispetto all'anno scorso) c'è stato ieri alle 14.49 Si tratta del valore più alto mai raggiunto prima in città visto che finora il culmine, con 1.625 Megawatt, risaliva al luglio 2015.

Sul fronte sanitario l'ondata di malori causati dall'afa ha provocato nei pronto soccorso un tale intasamento che le ambulanze in attesa di affidare i pazienti alle strutture, non riuscivano a disimpegnarsi creando così una carenza di mezzi.

Il Comune ha dichiarato guerra al caldo schierando 1.200 «sentinelle» tra operatori sociali e volontari che collaborano alla realizzazione del piano per la socialità, monitorando la situazione di persone anziane o fragili che nei mesi estivi non vanno in vacanza e possono trovarsi in difficoltà per le temperature africane o perché si ritrovano soli. Le «sentinelle» sono coloro che svolgono il servizio di custodia sociale nei caseggiati popolari e non solo, gli assistenti sociali e gli operatori delle associazioni del terzo settore che collaborano con il Comune.

Il giorno più caldo di Milano ha coinciso però anche con una notizia lieta visto che proprie in quelle ore - dalle 8 di giovedì alle 8 di ieri - alla clinica Mangiagalli sono nati ben 29 bambini. «Quasi il doppio rispetto a una media quotidiana che nell'ultimo anno mezzo è di circa 16 parti - ha dichiarato Laura Chiappa, direttore sanitario della Fondazione Irccs Cà Granda ospedale Maggiore Policlinico, alla quale fa capo la struttura di via Commenda. E se per gli addetti ai lavori «il caldo non c'entra, perché si è trattato di gravidanze arrivate a termine spontaneamente», in un periodo in cui l'Italia fronteggia un crollo verticale delle nascite questi «figli dell'afa» fanno notizia.

Sempre Chiappa spiega che «era dal 2014, quando la Mangiagalli aveva toccato un picco di 32 bimbi in un giorno, che non si viveva una giornata così, cioè di superlavoro, ma soprattutto di grandissima gioia».

Paola Fucilieri

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