Carugate, focolaio di Tbc Sei ragazzi malati e cinquanta in profilassi

Sono giovani italiani tra i 19 e i 25 anni Da chiarire il nesso con gli ultimi due casi

Carugate, focolaio di Tbc Sei ragazzi malati  e cinquanta in profilassi

Sono almeno una cinquantina le persone coinvolte dall'epidemia di tubercolosi a Carugate, piccolo comune a nord est di Milano stretto tra Cernusco, Cologno Monzese, Gorgonzola e Monza. Questa almeno la rete dei contatti che è stata sottoposta a profilassi dall'Ats Città di Milano in seguito alla segnalazione di 6 casi accertati.

I primi quattro, tra loro collegati, sono stati registrati all'inizio del lock down, gli altri due non collegati tra loro nè ai quattro precedenti sono molto più recenti e risalgono a un paio di settimane fa circa. Per la precisione i primi 4 malati sono ragazzi, tra loro amici, italiani tra i 19 e i 25 anni, gli altri due sono giovani italiani ma non si conoscono. C'è voluto del tempo per capire che si trattava di tubercolosi polmonare perché questa infezione delle vie respiratorie dà sintomi lievi, febbre non alta e tosse, non si tratta di una malattia debilitante, anche se può essere letale se non curata.

Nei primi casi la famiglia ha iniziato a insospettirsi perché la tosse non passava, anche se erano stati esclusi sintomi da Covid, con la lastra prescritta dal medico la scoperta: Tbc. Il ragazzo e gli altri tre amici con gli stessi sintomi sono stati sottoposti anche al test batteriologico e al prelievo del sangue per individuare il ceppo del batterio. «Dal momento che ci trovavamo in piena emergenza Covid - spiega Marino Faccini, direttore dell'Unità operativa complessa Malattie infettive dell'Ats Città di Milano - siamo andati a Carugate con il nostro camper, attrezzato per lastre ed esami del genere per evitare che i presunti contagiati, cioè la cerchia dei contatti, andassero in ospedale. Abbiamo effettuato test e radiografie a una cinquantina di persone: sono risultati positivi al test ma con lastra negativa e quindi sottoposti a terapia antibiotica preventiva, che dura circa 4 mesi con un controllo al mese».

I malati, invece, seguono una terapia antibiotica più forte che dura almeno 6 mesi e vengono sottoposti a controlli periodici, seguiti in alcuni casi a villa Marelli, Centro di Riferimento Regionale per la Tubercolosi (Asst Niguarda). «Se ci si cura si guarisce perfettamente dalla TBC, per di più si tratta di ragazzi giovani che non dovrebbero avere nessun tipo di esito» spiega Faccini. Per fortuna, viene da dire, il focolaio è scoppiato durante il lock down quando le persone erano già isolate e le scuole chiuse: il batterio, infatti, si trasmette per via aerea, con uno starnuto o un colpo di tosse ma resiste molto poco al contatto con l'aria e la luce. Impossibile infettarsi per contatto con le superfici.

Resta ora da chiarire i legami tra i 4 casi e i due più recenti: Ats sta facendo delle indagine sui ceppi di Tbc isolati e

registrati per vedere di riuscire a collegare il dna dei due ultimi casi, diverso dal precedente, con qualche batterio più «antico». In Lombardia si verificherebbero un centinaio di casi all'anno, meno di 4mila in Italia.

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