Un altro pezzo di storia «ricostruita» di Alfredo Casella, nuove incisioni che sono state trovate e messe a disposizione, musiche che erano sparite dall'orizzonte. Già, proprio così. Il nome di Casella (1883-1947) agli appassionati del Novecento musicale italiano dirà molto.
Apprezzato compositore, animatore e organizzatore della vita culturale della sua epoca, collezionista d'opere d'arte: all'inizio degli anni Venti fondò un'associazione per la diffusione della musica moderna italiana con Gabriele D'Annunzio e il collega Gian Francesco Malipiero, la «Corporazione delle nuove musiche». Con altri musicisti della cosiddetta generazione dell'Ottanta (l'ex direttore del Conservatorio «Giuseppe Verdi» di Milano Pizzetti, Alfano, lo stesso Malipiero e Respighi), nel secondo dopoguerra finì nel mirino per lo stile «troppo» vecchio, demodé rispetto ai linguaggi delle avanguardie. Ma in particolare lui venne cacciato nell'oblio perché a suo tempo «troppo vicino» al fascismo. Ma col tempo certe posizioni si sono alleggerite e il suo talento è stato (ri)valutato e valorizzato. Forse solo pochi sanno bene o si ricordano che Casella, autore di musica da camera come di sinfonica e opera lirica e per la scena - nel 1920 la sua «Le Couvent sur l'eau» («Il convento Veneziano») venne rappresentata al Teatro alla Scala - fu anche un grande pianista di successo. Ora l'edizione Diapason (ildiapason@gmail.com) di Umberto Masini mette a disposizione una raccolta completa di tutte le incisioni effettuate dal compositore. Materiale introvabile che ricompare grazie all'opera di Masini stesso, 73 anni, che ha fondato la rivista «Musica» dirigendola per 25 anni. Oggi, dopo una vita nelle redazioni, l'esperto si dedica perlopiù alla caccia di rarità. Come sono i cd realizzati con le interpretazioni pianistiche di Casella, che studiò a Parigi con dei luminari quali Louis Diémer e Gabriel Fauré. Il cofanetto raccoglie registrazioni in origine effettuate su rulli per autopiano, poi i dischi a 78 giri realizzati a Londra, Milano e Boston negli anni Trenta. E ancora, c'è anche una singolare testimonianza della viva voce del musicista italiano in un documento berlinese che risale all'anno 1933.
Ma le novità non finiscono qui.
Infatti per settembre Masini, che tra i suoi «tesori culturali» vanta anche una rara e unica enciclopedica biografia scritta dal musicologo meneghino Michele Selvini, ha in serbo una sorpresa che riguarda il pianista Carlo Zecchi, a cui è stato persino dedicato un concorso che esiste dagli anni Ottanta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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