Castione si ribella all'arrivo dei profughi Gli abitanti in presidio davanti all'albergo

In 300 hanno bloccato il Passo per manifestare contro i nuovi arrivi

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Castione della Presolana, un piccolo comune della alta Val Seriana che conta 3.416 abitanti, nella serata di ieri è stato teatro di un presidio anti-profughi organizzato in maniera autonoma e apolitica dalla popolazione. La tranquilla cittadina montana, che vive in prevalenza di turismo, sta già dando ospitalità a 56 migranti e la notizia che entro il fine settimana ne arriveranno altri, stimati tra le 50 e 80 unità, ha scatenato una reazione dei cittadini ormai esasperati dalla situazione.

Trecento persone di ogni età, con la partecipazione anche di residenti di zone limitrofe, hanno manifestato il loro dissenso con un corteo pacifico partito dal piazzale del Passo, che si è poi diretto davanti all'hotel Spampatti, che accoglierà nei prossimi giorni i profughi in arrivo. Il gestore dall'albergo ha risposto alle proteste lanciando sulla folla bicchieri di vetro e tazzine di caffè, che fortunatamente non hanno causato feriti. A partire dalle ore 21 circa i manifestanti hanno occupato la strada con sdraio e panchine, ostacolando la viabilità fino alle 23.30, quando la manifestazione si è sciolta in maniera spontanea. L'amministrazione si era già detta contraria all'accoglienza di un così grande numero di profughi e il sindaco Angelo Migliorati, lo scorso maggio, aveva scritto una lettera al prefetto per presentare il problema e richiedere l'esclusione del Comune da «bandi di servizio accoglienza migranti». Senza però ricevere alcuna risposta e come lui stesso lo definisce, il suo sollecito è stato un «grido nel deserto». Il piccolo centro con i suoi attuali 56 immigrati è in una situazione molto critica, la loro presenza è cinque volte maggiore rispetto a quanto previsto nel protocollo di intesa Governo/Anci che assegna 2,5/3 migranti ogni 1000 abitanti. Il numero corretto di profughi che Castione dovrebbe ospitare sarebbe quindi intorno alla decina. L'assessore alla Coesione sociale Simona Bona sottolinea come il Comune cerchi di contrastare questo fenomeno: «Il nostro paese vive e sopravvive grazie al turismo. Questi arrivi danneggiano il paese e la sua attrattività. Noi come amministrazione abbiamo provato a presentare il problema al prefetto senza ottenere risultati e abbiamo attuato anche una raccolta firme nella giornata di domenica. In poco più di 8 ore sono state circa 1050, molte delle quali di turisti».

Il segretario provinciale della Lega Nord per Bergamo, Daniele Belotti, si dice esasperato della situazione: «È inutile salvare e valorizzare le nostre montagne se poi si riempiono gli alberghi di profughi e non di turisti.

Occorre mettere uno stop alle partenze e alla speculazione che l'accoglienza di immigrati genera. Quando la gente di un piccolo paese organizza spontaneamente una protesta vuol dire che la situazione è satura e insostenibile. Da parte nostra diamo tutto il nostro appoggio e sostegno alla popolazione».

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