Caterina Crepax, una sfilata di abiti di carta

La figlia del papà di Valentina confeziona vestiti decorati da famosi street artist della città

Nessuno ha avuto l'ardire di definirla Factory, pensando a Andy Warhol. In effetti il parallelo corre il rischio dell'irriverenza. Tuttavia nello spazio «Espinasse 31» hanno trovato casa la street art e la pop art e, in questa prospettiva, l'azzardo Warhol non ci sta poi così male. Aperta da qualche giorno, ospita un quintetto di artisti di chiara fama in questo particolare ramo culturale. Il primo obiettivo è raggiunto. La dimora si propone di esplorare, produrre e stimolare il pensiero estetico e critico, l'intervento sociale nell'arte ispirando altri artisti e i cittadini stessi. Per questo accoglie visitatori e appassionati di street art e pop art internazionale, vista attraverso gli occhi del fondatore, Antonio Castiglioni che ha seguito per molti anni questo fenomeno. E ha inventato dal nulla il «Vision art festival» di Crans in Svizzera dove street artist di tutto il mondo hanno realizzato una serie di murales tra il 1500 e i 300 metri di altitudine.

«Espinasse 31» è in diretta comunicazione e collaborazione con Miami da dove provengono molti dei personaggi che animano la residenza milanese, in un quartiere che sta crescendo, diventando un distretto artistico importante nel tessuto della metropoli. Tra le figure che stanno animando lo spazio e l'attività c'è Caterina Crepax, figlia di Guido, indimenticato papà della famosa Valentina dei fumetti. La Crepax firma abiti di carta, alcuni dei quali sono stati decorati dal vivo dagli street artist presenti. Come Carlos Cesar Alves che interpreta il concetto di astrazione attraverso il gesto e il colore, sperimentando tecniche come la resina. O il russo Alex Korolkovas, con origini brasiliane, fotografo professionista di moda che interpreta a suo modo l'immagine iconica di Valentina.

Attivo a Miami come Jenny Perez, una cubana che a Milano presenta la serie «Black Milan» realizzata proprio nella nostra città. O infine Flavio Rossi che, dopo aver collaborato con i Rolling Stones dipingendo un murales con Ronnie Wood è arrivato con le sue pitture ispirate ai suoi grandi maestri Lucien Freud e Francis Bacon.

SteG

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