Cene, multe e poker: ecco le strane spese delle Ferrovie Nord

I magistrati indagano sui conti della società Nel mirino anche le consulenze dell'ex dg Biesuz

Multe, colazioni pranzi e cene, abiti e farmacie, note spese fuori controllo, e persino qualche puntata nei casino on line. La Procura indaga sulle spese pazze dei manager di Ferrovie Nord Milano, società quotata in Borsa e controllata dalla Regione Lombardia per il 57,5%, dalle Ferrovie dello Stato per 14,7%, mentre la quota restante è in mano ai privati. Nel fascicolo, al momento ancora a carico di ignoti, viene ipotizzato il reato di peculato. A breve i carabinieri del Nucleo investigativo di via Moscova consegneranno al pubblico ministero Giovanni Polizzi le ultime informative - dopo i sequestri di documentazione negli uffici di FNM avvenuti nelle scorse settimane -, dopodiché non è improbabile che il nome di qualche manager della spa dei trasporti possa essere iscritto nel registro degli indagati.

La Procura ha voluto approfondire le posizioni di diversi dirigenti, oltre che del presidente Norberto Achille, del capo della comunicazione Michele Passamani, e dell'ex direttore generale Giuseppe Biesuz (dimessosi nel 2012). Molte le spese finite nel mirino degli investigatori, e che erano già emerse negli ultimi anni dal corposissimo lavoro di audit interno alla società. A partire dalle multe - decine di migliaia di euro - che per gli inquirenti non avrebbero nulla a che fare con attività legate a Ferrovie Nord, ma che con i fondi della società sarebbero state pagate. Poi, come riporta il Fatto Quotidiano di ieri, anche molte altre spese piuttosto difficili da giustificare: dai 20 euro lasciati in un negozio di via Rasori che si occupa di «servizi e toeletta per animali domestici», ai 17mila euro spesi per tre oli su tela acquistati nel 2011 nella Galleria d'Arte Sacerdoti, nel pieno del Quadrilatero della moda, fino agli euro giocati su siti come PokerBwin.it o Pokerinvenice.it . E ancora, i 9mila euro in tre anni spesi in abbigliamento, i 10mila euro in ristoranti, bar e pasticcerie, 5mila euro in farmacie, 3mila euro in profumeria e 500 in libri e pubblicazioni varie. Ma in generale, secondo la Procura, l'intera gestione delle spese di «cassa» da parte della dirigenza di Ferrovie Nord sarebbe stata troppo disinvolta.

C'è poi il delicato capitolo delle consulenze affidate dall'ex dg Biesuz, che per gli investigatori meritano più di un approfondimento. I revisori avevano già sollevato qualche perplessità sui 473mila euro in 4 anni destinati a Marco Mazarino De Petro - già stretto collaboratore dell'ex governatore lombardo Roberto Formigoni, e con lui finito nell'inchiesta «Oil for food» - per coordinare un progetto sulle stazioni del «Ramo Iseo». O ancora, ci sono i 25mila euro andati alla Fondazione creata dal vicepresidente della Regione Lombardia e assessore alla Salute Mario Mantovani, con cui sarebbe stata finanziata una vacanza per 130 ragazzi dell'Oltrepo mantovano colpiti dal sisma del 2012, e altri 20mila euro alla sezione Avis di Arconate, di cui Mantovani è stato sindaco.

Intervistato dal Fatto ,

il presidente Achille ha provato a ridimensionare il caso. «La questione è al vaglio della magistratura e non spetta a me dare risposte». Ad ogni modo, conclude Achille, «FNM è una società quotata in Borsa che fa utili».

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