Il centrodestra incalza il Pd su Craxi

Forza Italia: «Solita vecchia sinistra». Lega contro Sala: «Non riescono a scusarsi»

Il centrodestra incalza il Pd su Craxi

Il centrodestra mette il dito nella piaga del Pd. «Le polemiche di questi giorni sono un film già visto - dice il vice presidente di Zona 2 Marzio Nava (Fi) - È la solita sinistra ex, post, neocomunista che non riesce ad emanciparsi e a fare i conti con il proprio passato». Sul ricordo di Bettino Craxi - di cui a gennaio ricorre il ventennale della morte - Forza Italia non molla. E ora anche la Lega sferza le ambiguità della sinistra. Lo fa, il Carroccio milanese, su due piani: intanto riconosce la statura di quello che era un avversario, ma rivaluta anche i meriti politici del leader socialista, riscoprendolo come «sovranista» ante-litteram. Da un lato il Carroccio fa autocritica sul giustizialismo e dall'altro riscopre un filo con l'azione politica di Craxi. Si tratta di un'operazione politica pura, e abile, legata alla costruzione di una Lega nazionale; un'operazione che viene accreditata anche dalle voci su un possibile omaggio a Craxi da parte del vice segretario della Lega Giancarlo Giorgetti.

Il capolista milanese del Carroccio, Gianmarco Senna, lo ha detto chiaramente nei giorni scorsi, parlando con Il Giornale: «Craxi e Bossi sono stati profetici. Noi eravamo giovani e giustizialisti e sbagliammo a esibire il cappio in Parlamento». Senna ha ribadito di essere favorevole alla via Craxi anche nel corso di un convegno al Pirellone, dove è stato presentato anche il libro «La rivoluzione sovranista», di Marco Gervasoni, storico e professore universitario. All'evento ha partecipato Stefania Craxi, senatrice, figlia di Bettino ed ex sottosegretaria agli Esteri, che nei giorni precedenti aveva smascherato le incertezze di Beppe Sala. «Le timidezze e le giravolte di Sala - ha detto Nava - si spiegano benissimo: su molte questioni, compresa quest'ultima, è ostaggio dell'estrema sinistra».

E più il centrodestra incalza più emerge la spaccatura interna al Pd, che vede su posizioni contrarie al ricordo di Craxi tutta l'area che fa capo al deputato Pierfrancesco Majorino. Senna ieri è tornato sul caso: «È assurdo - ha detto - che dopo tutti questi anni non si possa fare un discorso sereno che prescinda dalla magistratura. Certo era una fase convulsa ma fu emblematico il discorso di Craxi alla Camera. La magistratura ha fatto un lavoro selettivo». «Sala - ha proseguito - non può o non vuole dire che hanno sbagliato, un po' come il Fonzie del telefilm. Non riesce a vedere in modo laico la vicenda, a separare l'analisi storica dalla convenienza». Ieri è intervenuto anche un altro consigliere leghista Max Bastoni: «Sulla via non ho niente in contrario - ha detto - Craxi appartiene alla storia del nostro Paese, al di là delle idee. Era un avversario ma non dobbiamo farci dettare la memoria dalla magistratura. Noi rappresentavamo una rivoluzione rispetto alla partitocrazia, ma dobbiamo riconoscere che l'esperienza di Craxi fu positiva da tanti punti di vista, l'Italia divenne quarta potenza mondiale. Ha avuto coraggio nel dire no agli americani, mentre il Paese oggi si fa dettare la politica economica, e non solo, dall'Ue. Noi siamo stati fieri oppositori, per noi federalisti rappresentava il centralismo, ma è indubbio che ha fatto la storia».

E ancora Nava sottolinea: «Riforma istituzionale, europeismo critico, battaglie per la giustizia giusta e la modernizzazione del

mercato del lavoro. Erano punti fermi per Craxi, come lo sono ancora oggi per Forza Italia». «È eccezionale - conclude - vedere come un socialista moderno come Craxi sia apprezzato molto di più da destra che non da sinistra».

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