Il centrodestra vede la meta Pavia e Bergamo a un passo

Arrivano sensazioni positive dalle sfide dei capoluoghi Fracassi carica i suoi: «Si può vincere al primo turno»

Il centrodestra vede la meta Pavia e Bergamo a un passo

Ultimi due giorni di campagna elettorale e poi il verdetto, con un probabile tempo «supplementare» di due settimane: nella gran parte dei Comuni chiamati al voto sarà infatti il ballottaggio, verosimilmente, a decidere il vincitore.

Nel Comune lombardo più grande al voto, Bergamo, il centrodestra confida molto nel «traino» del voto europeo, nel quale si prevede una forte affermazione della Lega, che - secondo i piani - dovrebbe trascinare la coalizione a sopravanzare nettamente, nel voto «politico», quella di centrosinistra. Le Comunali sono un'altra storia, è vero, ma ne saranno condizionate. Resta da vedere quanto peserà l'effetto-Gori, cioè quanta presa ha il sindaco uscente, che peraltro oggi sembra sempre più solo. La sensazione negli ambienti del centrodestra è di essere vicini a un risultato importante, ma si lavora già in ottica ballottaggio.

Pavia oggi è la città in cui il centrodestra, oggi, si sente più forte. Qualcuno accarezza addirittura l'idea di farcela al primo turno: fra questi il candidato del centrodestra, il leghista Fabrizio Fracassi. «Sono stato tra la gente, ho incontrato cittadini, imprenditori, giovani, famiglie, anziani - dice - ho percepito una grande voglia di far rinascere Pavia. Chi ho incontrato - e ho incontrato tanta gente - ha espresso tutto il suo sostegno. Direi che il centrodestra unito vincerà al primo turno per poter immediatamente lavorare dopo 5 anni di nulla». «Il disastro della sinistra è sotto gli occhi di tutti, vogliamo un riscatto vero» - dice l'ex sindaco Alessandro Cattaneo, invitando a votare Forza Italia «perché non c'è centrodestra senza Fi».

Gli amministratori uscenti sono tutti più o meno ricandidati, anche se divisi. Il Pd si è affidato all'assessora Ilaria Cristiani, ma il sindaco uscente Massimo Depaoli con uno scatto di orgoglio ha deciso di correre comunque, da solo, e un terzo spezzone sosterrà Stefano Spagoni di «Italia in Comune», il movimento fondato di Federico Pizzarotti, ex grillino ora alleato di «Più Europa». Il tutto senza contare Rifondazione Comunista. Il Pd punta ad arrivare al ballottaggio e ricomporre le varie anime della sinistra, ripetendo poi lo «scherzetto» che 5 anni fa costò la vittoria a Cattaneo. Ma era un'altra era politica, con un Pd renziano molto attrattivo sull'elettorato. Cristiani ci prova, e tende una mano agli avversari, dopo settimane di gelo, o peggio di screzi. La candidata Pd descrive un quadro in cui contro il centrodestra «sono schierati tutti gli altri candidati sindaco, me compresa» con «programmi sono spesso sovrapponibili o complementari».

Non fa l'errore di appellarsi al «voto utile», ma annuncia che «al ballottaggio sarà un'altra cosa» e invita a una sorta di patto: «Dobbiamo dire con chiarezza che sosterremo qualsiasi candidato progressista uscirà dalle urne contro le liste unite del centrodestra». Cioè lei. Difficile che Depaoli ora possa accettare, superando, come se niente fosse, mesi e mesi di «ruggini».

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