Cristina Bassi
Salta la parata pubblica per celebrare il Capodanno cinese, che era in programma per domenica 2 febbraio. È l'effetto coronavirus. Non per il rischio di contagio, fanno sapere le associazioni cittadine (in Italia non ci sono casi confermati), bensì per la comprensibile scarsa voglia di festeggiare dei cinesi in questo momento e per solidarietà con i connazionali che in patria stanno soffrendo e morendo. «Siamo emotivamente coinvolti», sottolinea Francesco Wu, membro del direttivo di Confcommercio e rappresentante della comunità cinese di Milano.
Il Direttivo del coordinamento delle associazioni cinesi a Milano ha deciso ieri di cancellare la manifestazione, come è stato fatto in altre città d'Italia e d'Europa. Così spiega un comunicato: «In segno di solidarietà verso il popolo cinese in Cina, colpito dal coronavirus che non ha potuto festeggiare il capodanno lunare attraverso manifestazioni pubbliche (la ricorrenza cadeva il 25 gennaio, ndr). Convoglieremo il budget previsto per l'organizzazione della parata del Capodanno cinese a Milano in una donazione verso la Cina e in particolare verso Wuhan, epicentro del coronavirus dove verranno mandati mascherine e guanti e altro materiale sanitario richiesto dalle autorità sanitarie cinesi. Ci scusiamo per i tanti amici italiani e cino-milanesi - conclude la nota - che avevano previsto di venire alla parata del 02/02/2020, siamo sicuri che ci saranno altre occasioni utili per festeggiare insieme».
In via Paolo Sarpi ieri l'atmosfera era piuttosto tranquilla. Molta gente per strada e nei locali, gli addobbi e le luci della festa, qualche mascherina. I negozi aperti, clienti e baristi che si auguravano «Buon anno». La parata di via Sarpi è diventata la più importante d'Italia e la Chinatown milanese è la più grande del Paese. In città vivono circa 30mila cinesi, 80mila in Lombardia. Sui social sono moltissimi a condividere l'annuncio della parata annullata e altrettanti chiedono come si possa contribuire a inviare ciò che serve in Cina. Intanto è rientrato l'allarme che era scattato per un sospetto caso di contagio. I sanitari erano intervenuti sabato sera intorno alle 20.30 in una residenza per studenti della Bocconi. Una cinese di 21 anni, che è rientrata venerdì proprio da Wuhan dove era andata a trovare un suo amico, ha accusato sintomi sospetti. Aveva la febbre a 38. Ma si è trattato di un falso allarme. Gli accertamenti hanno escluso che avesse contratto il coronavirus, era solamente influenza. Allo stesso modo già sabato si era saputo che la madre e la figlia ricoverate venerdì notte, anche loro tornate dalla città cinese più colpita, erano risultate negative ai test.
La guardia resta comunque alta, soprattutto negli aeroporti. A Malpensa è attiva da oggi una task force di 14 medici per i controlli sui voli in arrivo. L'iniziativa è stata decisa d'urgenza dal ministero della Salute. I medici lombardi, compresi i medici di famiglia, hanno ricevuto la richiesta di disponibilità. L'attenzione è concentrata sui prossimi giorni, quando il grosso dei cittadini cinesi che vivono in Italia tornati in patria per festeggiare il Capodanno rientreranno nel nostro Paese. La task force del ministero sul coronavirus («2019-nCoV») si è riunita ieri mattina alla presenza del ministro Roberto Speranza e delle autorità coinvolte. Sono state rafforzate le dotazioni di personale medico e infermieristico e sono stati intensificati i controlli negli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Malpensa.
Sempre al ministero della Salute si è tenuta l'attività di formazione del personale sanitario impegnato in questo compito specifico. Anche la rete infettivologica degli ospedali milanesi, che coinvolge 15 strutture ed è coordinata dal Sacco, è stata allertata ed è in funzione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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