Cronaca locale

Uno choc economico, il Pil è crollato dell'11%. Due anni per rialzarsi

Milano ha perso più della media nazionale. In futuro smart working nel 75% delle ditte

Uno choc economico, il Pil è crollato dell'11%. Due anni per rialzarsi

Uno «shock economico». Nel 2020 il Pil milanese ha subito una perdita senza precedenti, vicina all'11 per cento (-10,8%), superiore sia alla media nazionale (-8,9% secondo la stima preliminare dell'Istat), sia alla media lombarda (-9,7%). Effetto pandemia e lockdown, che colpito ovviamente in misura maggiore la città più produttiva d'Italia, con un business orientato soprattutto ai servizi, danneggiati dalle restrizioni anti Covid. È la fotografia della città - che ha bisogno di «riprogettarsi» per tornare ai livelli del passato - scattata da Assolombarda che ha promosso ieri l'evento on line «Your Next Milano». E secondo l'associazione degli industriali, la città del futuro per ripartire deve puntare sui propri asset strategici, lavoro, mobilità, inclusione (che vuol dire maggiore connessione con territori limitrofi come Pavia, Monza e Brianza, Lodi) e attrattività (di talenti, turisti, imprese, giovani). Nelle previsioni del Centro Studi di Assolombarda e di Oxford Economics, il 2021 sarà comunque un anno di rimbalzo, con un +5,3% dl Pil a Milano (più alto in questo caso del 5,2% a livello lombardo e del +4,8% italiano) anche se bisognerà attendere il 2023 per tornare ai livelli pre Covid, ed entro il 2025 si registrerà una crescita del 6% rispetto al 2019. I tempi di recupero saranno diversi a seconda dei settori. Il manifatturiero ha registrato nel 2020 un -9,5% della produzione, il calo per i servizi alle imprese è intorno al 10% ma niente a che vedere con il commercio al dettaglio (-21%), i servizi alla persona (-30%) e ristorazione e settore alberghiero (-41%). Assolombarda stima una crescita del valore aggiunto da qui al 2025 di oltre 23 miliardi, a trainare la ripresa saranno commercio e imprese. La crescita più alta (+11%) sarà registrata dal settore della comunicazione e informazione. E la ripresa del turismo rilancerà il settore alberghiero, trainante per l'economia dopo Expo. Previsioni positive anche per l'aumento dei posti di lavoro, 122mila tra 2020 e 2025, specie nei settori dei servizi all'impresa, commercio, servizi alla persona (con due terzi di manodopera femminile) e turismo (uno su 4 è già under 30 ma si può salire). La pandemia ha accelerato smart working e digitale, la «next Milano» non sarà più quella prima. Secondo le proiezioni il 75% delle industrie e dei servizi alle imprese a Milano userà anche in futuro il lavoro da remoto (erano il 43% prima dell'emergenza), il 54% nell'hinterland (dal 20%). É cambiata anche la mobilità, con un +15% dei movimenti e della permanenza nelle zone residenziali tra febbraio 2020 e gennaio 2021, e sono scesi del 40% gli spostamenti per tempo libero, shopping (si usa l'e-commerce), cultura, motivi di lavoro. Negli ultimi 11 mesi è crollato l'uso della metropolitana (-71%) ma anche dei movimenti a piedi (-60%), meno con i mezzi privati (-40%), e il traffico è salito.

Ha tenuto l'attrazione del sistema universitario, con iscrizioni di 5.400 studenti stranieri, in aumento del 5,6% per il 2020/2021. E Milano continua ad attrarre progetti dall'estero, gli investimenti «greenfield» sono in calo a livello mondiale e in Italia ma qui ha attratto 51 progetti anche nel 2020. Idem l'immobiliare. Assolombarda chiude con un focus sulla situazione sociale. Il 2020 ha ampliato le diseguaglianze, si partiva già nel 2018 con l'8% di popolazione super-ricca, pari al 41% dei redditi dichiarati nell'anno, mentre un terzo guadagna meno di 15mila euro. E la didattica a distanza ha aumentato i rischi di dispersione e disagio psicologico. Prova della situazione, la crescita di domanda degli aiuti alimentari. «A inizio 2019 gli analisti prospettavano per Milano un futuro radioso - ricorda il presidente di Assolombarda Alessandro Spada -. Il Covid è stata una brutta sveglia per tutti. Abbiamo conosciuto il volto più triste di Milano, per la prima volta svuotata e impoverita. Ma le imprese sono abituate a vedere le opportunità di accelerazione e di sviluppo. Dobbiamo accorciare le filiere, essere ancora più uniti. E la fiducia è la base della crescita». Per il sindaco Beppe Sala «ci sarà un periodo difficile ma possiamo recuperare molto con il recovery plan, ed è obbligatorio confidare nella capacità delle città di attivare queste leve.

Milano si candida e abbiamo fatto delle proposte serie, concrete».

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