In città effetto «Rambla» Mercati blindati e barriere anti terroristi

Il Comune posa i new jersey in centro e nelle vie dello shopping. L'opposizione: «È inutile»

Antonio Ruzzo

Luoghi d'arte, vie dello shopping e movida. Il livello di allerta resta lo stesso avevano assicurato un po' tutti dalla Prefettura al Comune dopo l'attentato sulla rambla di Barcellona. E questo è. Ma forse l'allarme è un po' più alto perchè, dopo la riunione del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica riunitosi ieri mattina in corso Monforte, in città sono cominciate le grandi manovre. Più barriere anti sfondamento nella zona della Darsena, dei Navigli e in quella del Duomo che in qualche caso già c'erano. Però si allargano le zone da proteggere con new jersey posati all'ingresso della Galleria, in via Silvio Pellico, via Ugo Foscolo, via San Pietro all'Orto, corso Vittorio Emanuele, in via Mercanti, Piazza Cordusio e in via Agnello. Non solo. Nei prossimi giorni un tavolo tecnico deciderà, dopo una serie di sopralluoghi, come proteggere anche corso Buenos Aires, Corso Vercelli e le Colonne di San Lorenzo. Città blindata quindi. «E' stata ulteriormente richiamata la massima attenzione di tutti gli operatori sul campo e, in particolare, delle unità antiterrorismo della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri- spiega una nota della Prefettura- Particolare attenzione verrà assicurata soprattutto per i mercati rionali e per gli eventi con maggiore affluenza di pubblico». Città blindata quindi. Anche se da Palazzo Marino spiegano subito che non sono previsti più uomini per la sicurezza ma più «ostacoli» a quella che è la tecnica ultimamente utilizzata dai jihadisti, lanciare camion contro la folla. «Non c'è un aumento del numero di persone- spiega il vicesindaco Anna Scavuzzo, che ha partecipato al vertice insieme al vice prefetto vicario Darco Pellos, il comandante vicario della polizia locale Paolo Ghirardi, il questore vicario Ottavio Aragona e rappresentanti delle forze dell'ordine- Le zone da sorvegliare potenzialmente potrebbero essere moltissime ma non tutti i luoghi di affluenza sono pericolosi e da attenzionare. Ci stiamo concentrando nella zona del Duomo, della Galleria, e delle zone più visitate in questi momenti. E stiamo facendo una verifica per rafforzare quello che è il posizionamento delle barriere in Darsena e sui Navigli».

Un'azione immediata, a poche ore dai fatti di Barcellona, che non convince l'opposizione che muove qualche critica a Palazzo Marino: «Supporteremo qualsiasi iniziativa seria che Prefettura, Questura e Amministrazione Comunale prenderanno per migliorare la sicurezza dei nostri cittadini- spiega Gianluca Comazzi Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale- Temo però, che la montagna abbia partorito un topolino: installare qualche blocco di cemento in Galleria va bene ma non è sufficiente. Ci saranno sempre vie, mercati, luoghi di incontro scoperti, non presidiati. Serve un piano strutturato per liberare i quartieri ghetto, sgomberi massicci e puntuali di tutti gli abusivi e la chiusura immediata dei centri islamici e delle moschee abusive. Ma la sinistra queste cose non le fa». Sulla stessa lunghezza d'onda, il capogruppo di Fdi in Regione Riccardo De Corato: «Per arrivare a questa decisione- spiega- sarebbe bastata una telefonata tra Questore, Prefetto e Vicesindaco. Non ci saranno più uominisul territorio nè più controlli nelle moschee abusive come quelle di via Cavalcanti, viale Monza, via Padova, via San Mamete e nei centri islamici come quello di viale Jenner, dal quale sono passati individui come l'ex Imam Abu Imad al quale è stata revocata la concessione del diritto di asilo in seguito ad una condanna per associazione a delinquere finalizzata al terrorismo internazionale». A chiedere più fermezza è anche la Lega: « Non saranno due blocchi di cemento a fermare un attentatore con un coltello o con una cintura esplosiva- polemizza Paolo Grimoldi segretario della Lega Lombrada- Se davvero si vogliono aumentare le misure di sicurezza prima di tutto vanno aumentate le misure di prevenzione e di controllo.

Intanto basta far arrivare migliaia di immigrati clandestini di cui non sappiamo niente, basta lasciarli liberi di gironzolare in città. E poi, dato che parliamo di terrorismo islamico, serve un giro di vite sulle moschee».

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