Una condanna bipartisan al «gravissimo atto vandalico» alla statua dedicata a Indro Montanelli ai Giardini di Porta Venezia lo scorso 13 giugno da parte di un gruppo di giovani dei centri sociali. E la richiesta alla giunta di costituirsi parte civile per reati commessi verso i beni pubblici se si arriverà a processo. L'ordine del giorno presentato al Consiglio di Municipio 1 dal capogruppo del centrodestra Filippo Jarach ha raccolto un voto praticamente unanime, 28 presenti e 26 sì. Solo due astenuti, gli esponenti Pd Elena Carta e Ludovico Manzoni, figlio della giornalista Daria Bignardi. «E forse sarebbero stati voti contro se il capogruppo dem e gli altri colleghi del centrosinistra non avessero approvato il testo con l'opposizione - ammette Jarach -. Alla chiusura del voto ho sottolineato che i consiglieri più giovani hanno perso un'occasione per dare un messaggio maturo a coetanei che sbagliano. Invece sono soddisfatto che su argomenti che hanno una valenza che va oltre la politica siamo riusciti a fare un buon lavoro di collaborazione con il presidente Pd Fabio Arrigoni».
L'ordine del giorno ricorda innanzitutto i fatti. La notte tra sabato 13 e domenica 14 giugno la statua dedicata al giornalista e fondatore del Giornale Indro Montanelli è stata imbrattata con vernice rossa e la scritta «razzista e stupratore», riferendosi al suo concubinato in Etiopia con una 12cenne abissina durante la guerra coloniale negli anni Trenta. L'atto vandalico, si ricorda, «è stato commesso da persone verso cui è in atto un'indagine e rivendicato dalla rete dei collettivi studenteschi Rete Milano e Lume». Gli autori hanno diffuso il video sui social. L'odg proposto da Jarach ricorda anche che la polemica su Montanelli era partita giorni prima con «la richiesta dell'associazione I Sentinelli e di alcuni esponenti politici di rimuovere la statua e cambiare l'intitolazione dei giardini», anche se i Sentinelli hanno poi preso subito le distanze dal vandalismo. Ma «serve avviare una riflessione collettiva, specie con i giovani, intorno a periodi storici sia pur controversi anche nei comportamenti per consolidare i principi democratici e sociali della Costituzione». Secondo Jarach il Comune dovrebbe investire su una «maggiore educazione civica rivolta ai giovani». Fa presente che anche il sindaco Beppe Sala aveva bocciato la rimozione del monumento, dichiarando che «nessuno è senza macchia, nemmeno io». Il Municipio 1 (quasi) compatto chiede quindi di «confermare come previsto che non possono essere erogati contributi a soggetti condannati per atti che determinano danni nei confronti del Comune» e di «costituirsi parte civile in un eventuale processo per i reati verso i beni pubblici». Una richiesta, chiosa Jarach, «che deve valere in generale e non solo in questo caso.
Quando si verificano imbrattamenti o atti vandalici, ad esempio nel corso di cortei, che siano promossi da gruppi di destra o dai centri sociali, gli autori vanno puniti a prescindere, il Comune deve costituirsi e richiedere i danni».
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