Coronavirus, la notte senza riposo all'ospedale Sacco di Milano

Centinaia i campioni da analizzare arrivati dal Lodigiano. Gli operatori del Sacco: "Niente pause, niente riposo, niente cena"

Coronavirus, la notte senza riposo all'ospedale Sacco di Milano

Nel giorno dopo il boom di casi di coronavirus in Italia, il sole sorto sopra l'ospedale Sacco di Milano sembra non essere mai tramontato. La notte, riferiscono alcuni sanitari ad AdnKronos, è stata infinita.

Ieri, la vita degli abitanti di decine di comuni, tra Lombardia e Veneto, è stata completamente stravolta e le attività quotidiane sono paralizzate, dopo le chiusure di bar e negozi. E negli ospedali è una corsa contro il tempo, per cercare di bloccare l'epidemia, che ha già fatto registrarem in meno di 24 ore, 27 contagi in Lombardia e 2 in Veneto. Non solo. In Italia sono arrivare anche le prime vittime, due per il momento: si tratta di un 78enne veneto, residente a Vò Euganeo, deceduto ieri sera, e di una donna lombarda, la cui morte è stata resa nota questa mattina. Manca ancora la conferma che si tratti di un caso di morte per coronavirus, ma il sospetto è che la donna avesse contratto il Covid-19.

E la scorsa notte, nel padiglione 62 dell'ospedale Sacco di Milano, che si occupa di microbiologia clinica, gli operatori non hanno mai smessodi lavorare, tra la raccolta dei tamponi e l'analisi dei campioni. "Niente pause, niente riposo, niente cena, tutta la notte a processar campioni", hanno racontato i lavoratori ad AdnKronos. Centinaia i campioni arrivati dal Lodigiano per essere analizzati. "Una notte infinita" anche quella passata al padiglione 5, che ospita il reparto di Malattie infettive, chiuso anche ai parenti: l'ingresso è "assolutamente vietato" a chiunque non sia un operatore sanitario. Intanto, i malati di Covid-19 sono arrivati uno dopo l'altro: l'obiettivo sarebbe quello di portarli tutti al Sacco.

Intanto, anche i medici chiedono maggiore protezione: "Dobbiamo alzare le misure di sicurezza e di prevenzione sanitaria per i cittadini e il personale medico- sanitario e adottare, là dove è necessario, una quarantena più severa, alla stregua dei trattamenti sanitari obbligatori previsti dalla legge e sanzioni per coloro che violano le prescrizioni del Ministero della Salute", ha detto Pina Onotri, segretario generale del Sindacato medici italiani. A sua detta, sarebbe questo "l'unico sistema per evitare l'epidemia".

E aggiunge: "Chiediamo l'adozione di un protocollo nazionale per la messa in sicurezza degli operatori sanitari e per poter assistere la popolazione e perchè gli stessi operatori sanitari potrebbero essere, a loro volta, il tramite più frequente per la trasmissione del virus". Inoltre, vengono chieste "misure per limitare gli accessi agli studi medici", soprattutto per pratiche burocratiche.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica