Coronavirus, dal Policlinico di Milano: "Non si trasmette in gravidanza"

Il coronavirus non si trasmette in gravidanza. I risultati di uno studio condotto al Policlinico di Milano escludono la possibilità di una trasmissione verticale del Covid-19

Coronavirus, dal Policlinico di Milano: "Non si trasmette in gravidanza"

Il coronavirus non si trasmette in gravidanza. È quanto emerge, in estrema sintesi, nello studio retrospettivo elaborato da un team di ricercatori del Policlinico di Milano in un articolo pubblicato sul British Journal of Obstetrics and Gyneacology alla data del 27 aprile 2020.

La ricerca, recante il titolo 'Vaginal Delivery in Sars-CoV-2', è stata condotta tra l'1 e il 20 marzo coinvolgendo ben 42 partorienti positive al nuovo virus e in stato di degenza presso 6 diversi Hub Maternità Covid della Regione Lombardia. Nello specifico, i 'punti nascita' di riferimento per l'indagine sono stati: la Fondazione Irccs Ca'Granda dell' ospedale Maggiore Policlinico di Milano, l'Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano, l'Asst Papa Giovanni XXII di Bergamo, Fondazione Mbbm-ospedale San Gerardo di Monza, Ospedali Civili di Brescia e la Fondazione Irrccs Policlinico San Matteo di Pavia. Delle donne in esame, 24 (ovvero il 57% del totale) hanno avuto un parto naturale mentre 18 (43%) sono state sottoposte a cesareo anche se "va precisato - sottolineano gli autori dell'inndagine - si è ricorso in via precauzionale all'intervento per problemi ostetrici non associati al Covid-19".

Dall'identikit della neomamma positiva al coronavirus - riferiscono dal Policlinico di Milano - emerge che la polmonite acuta, sintomo caratterizzante l'infezione Sars-Cov-2, era presente in 19 pazienti (45%) e solo per 7 (37%) si è resa necessaria la somministrazione dell'ossigeno mentre per 4 (21%) si è ricorsi al ricovero in terapia intensiva. Dunque, in linea di massima, le partorienti presentavano sintomi lievi come tosse secca e raffreddore. Rassicuranti anche i dati relativi ai nuovi nati dove è stato registrato un solo caso positivo dopo un parto operativo vaginale.

"È raro che una donna in gravidanza risulti contagiata e presenti sintomi da Covid-19 - riferiscono gli autori dello scritto - Ma anche quando la futura mamma è positiva al coronavirus, l'infezione non sembra in grado di attraversare la placenta e quindi di trasmettersi al bambino né durante la gravidanza né durante il parto. Anche per questo il parto naturale è la scelta migliore per le mamme positive al virus".

"Il parto naturale è sicuro - commenta Enrico Ferrazzi, direttore dell'Unità di Ostetricia del Policlinico di Milano e primo firmatario dello studio - L'indagine dimostra che il parto vaginale presenta rischi minimi per le mamme e per il nascituro. Certamente la soglia di attenzone è sempre alta e, insieme alla coppia, valutiamo i pro e i contro. Ma queste evidenze ci consentono di consigliare questa scelta alle future mamme e di andare incontro al loro desiderio di partorire con un parto naturale".

Dunque, sembrerebbe scongiurata la possibilità di

una 'trasmissione verticale' del virus ma, nonostante i risultati incoraggianti, "l'infezione post-partum non può essere esclusa con certezza al 100%", si legge nelle conclusioni dello studio.

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