
Con la cultura «si mangia, eccome» e «Milano è la città ideale per lanciare questo messaggio. Così l'ex ministro e oggi coordinatore di FI Mariastella Gelmini ha introdotto ieri al Circolo della stampa la presentazione dei responsabili lombardi della struttura nazionale «Forza Italia cultura» presieduta da Edoardo Sylos Labini e già presentata a Roma con il presidente Silvio Berlusconi. «Lo diciamo a quell'ex ministro secondo cui con la cultura non si mangia», ha detto riferita a Giulio Tremonti. E a dimostrarlo la Gelmini ricorda le 460mila imprese, gli 80 miliardi di euro di Pil e i due milioni di occupati nel Paese. Con Sylos Labini che aggiunge i dati lombardi che raccontano di «88mila aziende che si occupano di cultura e creatività, un quarto dell'intero Pil nazionale». E per quanto riguarda la specificità di Milano, ricorda il Futurismo e che proprio da qui «Filippo Tommaso Marinetti aggregò un movimento culturale capace di portare la cultura nella politica, mentre finora purtroppo è stata la politica a occupare la cultura».
In platea il coordinatore Giulio Gallera e molti addetti alla cultura che lamentano anni di scarso interesse degli amministratori verso teatri, musei, monumenti e iniziative culturali. Cinque i responsabili dei settori a cui proprio durante l'iniziativa è stata aggiunta anche l'assessore regionale Paola Bulbarelli a cui Sylos Labini affida la delega alla Moda, «settore fondamentale - ha spiegato lei stessa - per la creatività, ma anche per l'industria con i suoi 800mila addetti che ne fanno la seconda voce del Pil». Ad Angelo Crespi vanno Arte, Letteratura e Beni culturali, a Riccardo Bertollini Teatro e Danza, a Nazzareno Carusi Cinema, Web e Tv e a Sergio Gaddi Economia e Marketing della cultura.
Cinque i capitoli di un primo programma d'intervento che seguono la certezza che «sostenere gli investimenti nella cultura in un momento di difficoltà è una fonte di rilancio dell'economia: la cultura batte la crisi». Perché gli studi dimostrano che è in grado di vantare un moltiplicatore pari a 1,7: per ogni euro ne attiva altri 1,7 in turismo, commercio, trasporti, ma anche edilizia e agricoltura. Di fronte al grande tema del patrimonio culturale, invece, la richiesta è che lo Stato «che ha fallito nella gestione» debba tutelare e difendere, mentre al privato va affidato «il compito di gestire e valorizzare». Al governo la richiesta è di «detassare la cultura» estendendo a tutte le attività culturali il tax credit (credito d'imposta) con la possibilità di compensare i debiti fiscali con il credito maturato a seguito di un investimento e il tax shelter (detassazione degli utili d'impresa), uno «scudo fiscale per la parte degli utili investiti». «Educare alla bellezza», invece, è il capitolo che riguarda la promozione dell'insegnamento presso i giovani. Anche perché, sottolinea Gelmini, «la sinistra tratta la cultura come un terreno di occupazione. Ma le sue ricette sono ideologiche e vetero-sindacali».
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