Cronaca locale

Dall’Odeon all’Oberdan, «Rendez-vous» tra Parigi e Tel Aviv

Dall’Odeon all’Oberdan, «Rendez-vous» tra Parigi e Tel Aviv

Una settimana interessante si apre per gli amanti del cinema. A cominciare dalla diva Marylin Monroe a cui la Combines XL Gallery (via Montevideo) dedica una mostra collettiva che presenta i lavori di cinquanta artisti, spaziando dalla street art alla pittura su stoffa. Dalla bellezza intramontabile di Marilyn agli «Indisciplinati» di Mirko Locatelli, il regista milanese coordinatore del progetto del titolo, che con Officina Film e Olinda presso il Teatro Cucina dell'ex Paolo Pini, ha dato luogo ad un ciclo di incontri (fino al 3 giugno) con i registi più rappresentativi del panorama della produzione indipendente italiana. Prossimo appuntamento il 19 con due film di Gianclaudio Cappai (preceduti dal Seminario con l'autore su Il Cortometraggio tra Stili e Contenuti ore 15.00 - 18.00 in Officina Film), «Purché Lo Senta Sepolto», una storia su la relazione tra la natura e il disagio di un bambino schizofrenico disorientato dal lutto paterno; e «So che c'è un uomo», un film sui dubbi, le paure e i malesseri di una famiglia senza controllo. Gli indipendenti italiani si affiancano ai nuovi registi del cinema francese con Rendez Vous, l'iniziativa dell'Ambasciata di Francia in Italia organizzata dall'Istituto culturale francese, che presenta una selezione di opere di grande qualità artistica in un viaggio in sette tappe tra film d'autore, documentari, drammi e commedie popolari. Si inaugura stasera alle 21 al cinema Odeon (altre tre serate presso la sala del Centro in corso Magenta 63) con l'anteprima «L'enfant d'en haute», in sala il 19 maggio con il titolo «Sister», il film della svizzera francese Ursula Meir che racconta la storia ambientata in una stazione sciistica sulle Alpi, del dodicenne Simon che mantiene se stesso e la sorella derubando i ricchi turisti del posto. Il nuovo cinema israeliano legato al presente e alla rivisitazione dei classici della letteratura nel desiderio di affermare la propria identità è protagonista invece, da oggi fino al 10 maggio, allo Spazio Oberdan, in collaborazione con il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano. La manifestazione si compone di una selezione dei film proiettati all'ultimo Pitigliani Kolno'a Festival: tra gli altri «Ajami» di Scandar Copti e Yaron Shani, o «2 Night» di Roi Werner che parte da una tipica situazione in cui si trovano gli odierni trentenni single della metropoli israeliana. Spazio anche all'animazione con Mary and Max di Adam Elliot e di due programmi di cortometraggi creati dagli studenti del dipartimento di animazione della Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme. Vere chicche infine i quattro documentari che ritraggono altrettante donne ebree che hanno fornito un contributo alla storia e alla società quali Lia di Taly Goldenberg o Vera di Francesca Melandri.

L'arte incontra il cinema infine con le vite dei grandi pittori, così come le ha riviste il grande schermo, nel ciclo curato dall'Associazione La Scheggia tra cui, questa sera, un cult di Vincente Minnelli, «Brama di vivere» del 1956 con un efficacissimo Kirk Douglas nel ruolo di Van Gogh.

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