Disabile: «Il Comune ci discrimina»

La battaglia di Carnevale: «Sui pass invalidi Palazzo Marino viola le regole. E ignora i cittadini»

Cristina Bassi

Roberto Carnevale è un «rompiscatole». Cinquantasei anni, disabile, bussa spesso alla porta della Pubblica amministrazione. Appartiene però alla sottospecie dei rompiscatole che a volte riescono ad avere ragione. Nella selva di carte che ha accumulato infatti sono catalogati anche documenti a suo favore. Ci sono denunce, indagini aperte e archiviate, multe, ricorsi e sentenze. C'è ad esempio una dichiarazione del gip Giuseppe Gennari che pur accogliendo la richiesta di archiviazione di un fascicolo nato da un esposto di Carnevale, scrive: la parte offesa «lamenta la sostanziale inerzia dell'amministrazione comunale di fronte alla problematica relativa alla gestione del pass invalidi». Il tono «ingiurioso e minaccioso» delle sue mail al Comune di cui parla il pm? «Francamente - scrive Gennari - stupisce che si considerino ingiuriose e minacciose e-mail, agli atti, che altro non fanno che evidenziare la progressiva, legittima irritazione del cittadino che non ottiene alcuna risposta dalla Pa».

Gli esposti in Procura

Andiamo con ordine. Nel dicembre 2015 Carnevale presenta una querela in Procura, che ne riprende un'altra del luglio 2014. Cita il reato di omissione di atti d'ufficio (328 del codice penale), al centro ci sono due questioni: la mancata risposta dell'amministrazione alle istanze del cittadino via posta elettronica certificata. «Faccio fatica a spostarmi - spiega Carnevale -, quindi utilizzo molto la Pec». E la malagestione del sistema dei pass invalidi per le auto. Carnevale ha preso diverse multe per la circolazione nelle Ztl. «Al di là dei singoli fatti - scrive nell'esposto - voglio tutelare i diritti di tutti i disabili, evidenziando le difficoltà e i disagi che incontrano ogni giorno a causa del cattivo funzionamento» del Comune. In particolare sotto accusa è l'ordinanza di Palazzo Marino che obbliga il disabile con permesso di circolazione nelle Ztl a comunicare preventivamente la targa dell'auto, se diversa da quella abituale. Lo deve fare al centralino o su internet. Due sistemi, dice il cittadino, con mille disservizi.

Le Pec «cestinate»

Capitolo Pec. Carnevale ha scritto decine di mail alla posta certificata del Comune (in particolare a protocollo@postacert.comune.milano.it). Solo cinque per contestare le sanzioni, le rimanenti per altre richieste. Nessuno gli ha risposto. «Soprattutto - sottolinea - non mi è mai stato comunicato il numero di protocollo della mia pratica né il nome del Rup (responsabile unico del procedimento, ndr). Atti questi obbligatori per legge. La Cassazione ha stabilito che il mancato riscontro è una condotta omissiva. Il diritto alla risposta deriva dalla congruità dell'istanza, indipendentemente dalla fondatezza». Da qui le querele. La prima contro ignoti, la seconda contro Giuliano Pisapia. «È lui - precisa Carnevale - il responsabile dell'indirizzo Pec principale di Palazzo Marino, come da registri ufficiali della Pa. Ho richiesto i dati sui flussi di Posta elettronica certificata del Comune: quelle in uscita sono una minima parte rispetto a quelle in entrata. Non c'è stata cioè una risposta, fosse anche automatica, ad ogni messaggio».

Amministrazione colta in fallo

Le istanze non hanno avuto fortuna in Procura. Nel primo caso il pm Maria Letizia Mannella ha chiesto e ottenuto l'archiviazione. Nel secondo, stessa richiesta dell'8 marzo 2016 del pm Paolo Filippini, che tra l'altro ha iscritto il fascicolo contro ignoti nonostante la chiamata in causa di Pisapia. Una cautela, spiegano in Procura, nei casi in cui si ritenga che una persona - ad esempio il sindaco - venga citata senza un motivo valido. Manca «l'elemento soggettivo» richiesto dal reato, scrive il pm: non si può individuare «nel legale rappresentante di un ente il responsabile, dal punto di vista penale, delle disfunzioni amministrative». All'arco del cittadino tuttavia ci sono due frecce. Nel decreto di archiviazione del settembre scorso il gip Gennari sottolinea: il Comune «ignora» il codice della strada imponendo ai disabili la procedura del cambio di targa. «Il pm - conclude - tratta questo aspetto, del tutto centrale, in coda alla sua richiesta di archiviazione». L'altro a dare ragione a Carnevale, sulle multe, è il Giudice di pace. Il 29 dicembre i 14 verbali oggetto del ricorso sono stati annullati e l'ordinanza del Comune «disapplicata». Il contrassegno invalidi, dice la sentenza rifacendosi a una pronuncia della Cassazione del 2008, «è strettamente personale, non vincolato a uno specifico veicolo, con valore su tutto il territorio». Non serve comunicare il cambiamento di targa.

«La mia non è una battaglia solo personale - conclude Carnevale -, riguarda tutti coloro che si rivolgono alle amministrazioni e non vengono ascoltati. Vorrei parlarne direttamente con il sindaco e il procuratore capo».

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