Il traffico di droga a Milano è qualcosa di radicato. Periferie inondate di coaina, eroina e violenza. Soprattutto violenza. Gli spacciatori non hanno paura delle forze dell'ordine, comandano, impongono la loro legge. Che è quella del taglione. Un uomo, Hassane Nachat, è stato seviziato con un coltello. Picchiato a sangue. Poi gli hanno tolto un occhio con il coltello.
I quattro marocchini arrestati, come scrive Repubblica, sono tutti fratelli. Noureddine, Mourad, Benhaddou, Aberrazak: condividono lo stesso cognome (Hididou) e la passione per la violenza e la droga. Hanno tra i 33 e i 22 anni e gestiscono lo spaccio al bosco di Rogoredo.
Le sevizie degli immigrati
In una mattinata del 17 ottobre scorso hanno attirato con un sotterfugio Hassane, anche lui spacciatore, nel bosco di Bisceglie. Poi lo hanno massacrato. "Uno mi ha spruzzato uno spray al peperoncino per stordimi, poi tutti insieme hanno iniziato a darmi calci e pugni ovunque. Io sono caduto per terra - racconta al pm Alessandra Cerreti, che oggi ha emesso il mandato di cattura per i 4 marocchini - Per quattro, cinque volte hanno tentato di spararmi con la pistola alla testa, ma l'arma si è inceppata. Sentivo solo quando l'armavano. Così l'hanno utilizzata per colpirmi alla testa, ma nonostante tutto non volevo mollare perché ho capito che volevano uccidermi". La violenza non si ferma. Sevizie senza pietà. Un orrore che difficilmente si potrebbe immaginare realizzata a Milano. "Noureddine mi ha colpito ripetutamente col coltello, tagliandomi i legamenti della gamba destra, dietro il ginocchio. Non potevo più camminare o stare in piedi, provavo un dolore atroce". Ma non basta. Non può bastare. "Lui ha continuato - aggiunge - ferendomi ai polsi, per fortuna senza prendermi le vene. Poi, ha detto: "Aspetta un attimo, gli tiro via l'occhio con il coltello". In tre mi hanno bloccato la testa e il busto e mi ha cavato l'occhio con il coltello e sono svenuto dal dolore".
La vendetta per droga
Il motivo di tanta violenza è da cercare nella droga. Un debito da 10mila euro. Oltre alla droga, il secondo lavoro dei fratelli Hididou consiste nel riclicare denaro e fare prestiti ad usura. "Per un debito di 40mila euro - racconta la vittima - hanno acquisito una pizzeria in via Ravenna, intestandola a un prestanome".
Le accuse del Pm
Tre dei quattro fratelli accusati di spaccio di droga, sequestro di persona, lesioni gravissime, estorsione e rapina sono in galera in Marocco.
Uno di loro, invece, è stato arrestato a Bologna, dove viveva con la sua moglie di etnia rom e attendeva il permesso di soggiorno. Ma la giustizia non è di casa tra spacciatori. Infatti la vittima ha promesso: "Non li voglio denunciare, li voglio uccidere".
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