«È il mio primo diploma: lo voglio dedicare a mia madre». Non capita spesso di vedere Roberto Cavalli (nella foto) commosso come l'altro giorno, quando ha conseguito il master «honoris causa» in Fashion Management alla Domus Academy per il suo ruolo di «ambasciatore del made in Italy nel mondo». Lo stilista fiorentino, domani in via Cappuccio con il figlio Daniele per la sua presentazione-evento, in settimana era a Milano anche per tenere una lectio magistralis agli studenti della prestigiosa scuola post-laurea. Da sempre vicino ai giovani, e d'accordo con Armani che oggi ospita un emergente (Andrea Pompilio) sulla sua passerella, anticipa: «Ho in mente un progetto per aiutare 5 giovani a mettere a frutto le loro capacità». L'aula è piena di studenti accalcati per ascoltare l'uomo che da 40 anni veste le donne più belle del mondo. Giacca grigia e jeans scolorito, lo stilista-prof per un giorno inizia con un pizzico di modestia: «Spero che la maggior parte di voi conosca mio lavoro», e ripercorre alcune tappe della sua lunga carriera: dalla geniale stampa su pelle «inventata» dopo un party a casa di Mario Valentino, al debutto parigino nel '79, fino ai primi jeans stretch, sua grande intuizione dei '90. E gli esordi: «Fino ai 18 anni facevo fatica a parlare, è stato Dio a darmi l'opportunità di crescere. Ho iniziato facendo stampe sulle t-shirt in un garage. Lavoravo giorno e notte, credevo nei miei sogni». Scende dalla cattedra: «Mi piacerebbe darvi un po' della mia fortuna e del mio desiderio di arrivare. Credete sempre in voi stessi». Come rendere unico un vestito?, chiede una ragazza.
«Create una storia intorno a ogni abito, a poco a poco diventerà importante». Come nascono le famose stampe animalier? «Dal mio primo viaggio in Africa vado sempre in giro con una fotocamera, anche quando visito i giardini botanici». PDO- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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