Pochi minuti dall'inizio della riunione e passa subito all'unanimità (d'altra parte nasceva come candidatura bipartisan) la Grande medaglia d'oro all'arcivescovo emerito di Milano Angelo Scola. Si prosegue in scioltezza con la medaglia alla memoria all'ex presidente di Assimpredil e della Triennale Claudio de Albertis scomparso il 2 dicembre di un anno fa. Bene ma non benissimo, visto che per chiudere la lista degli Ambrogini 2017 ieri in Comune ci sono poi volute quasi cinque ore. I capigruppo si sono riuniti alle 15, sul tavolo le 135 candidature, obiettivo da raggiungere le 15 Medaglie d'oro e 20 attestati che il sindaco Beppe Sala consegnerà il 7 dicembre al teatro Dal Verme. Passano all'unanimità gli Ambrogini all'ex modella e attivista Benedetta Barzini (prima copertina di Vogue e ancora sulle passerella a 74 anni, alla grecista Eva Cantarella, si prosegue con la tuffatrice della Barona Elena Bertocchi, Medaglia di bronzo ai Mondiali 2017, gli oncologi Filippo De Braud e Francesco Garbagnati, l'ideatrice del Salone Satellite Marva Griffin, lo psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet, con Michele Salvati, economista e tra gli ideatori del Pd, il direttore del Centro trapianti di fegato del Policlinico Giorgio Rossi, l'imprenditore della pasticceria Cova e dei panettoni Le tre Marie Enzo Ricci. Per le ultime 5 medaglie i nomi divisivi vengono messi ai voti. Salta per primo Walter Zenga, proposto dal capogruppo di Fi Gianluca Comazzi che ha già deciso di riproporlo nel 2018, «nel trentennale dello scudetto dei record '88/89». Bocciato il cantante Giuseppe Povia, l'autore di «Immigrazia» caldeggiato dalla Lega (il sindaco aveva già minacciato il veto). Pd e Insieme x Mlano votano contro l'ex presidente Atm Bruno Rota, candidato da Basilio Rizzo (Milano in Comune) e sembra una provocazione al sindaco: dopo l'addio in polemica del manager Sala ha anche riportato come dg in azienda Arrigo Giana che anni prima era stato allontanato proprio da Rota.
Il clima si fa teso su Linus, Diego Abatantuono e sul fondatore della Casa della Carità don Virginio Colmegna che la sinistra vuole premiare per la campagna «Ero straniero» con Emma Bonino, la petizione per dire sì allo ius soli, osteggiato dal centrodestra. Per evitare i braccio di ferro viene messo ai voti un pacchetto con i nomi in bilico: passano Linus e Colmegna, salta Abatantuono e si chiude con il giornalista di Telereporter Vladimiro Poggi, Gianriccardo Marini (ad di Rolex) e Maria Di Corato (coordinatrice programma culturale esercito).
I 20 attestati: associazione campo Olimpia, Corpo volontari soccorso, TeatriBù, Pugliesi a Milano (candidati dalla Lega), civica Scuola teatro Grassi, Gianbattista Galli, Giovanni Marzona, mensile Milano Sud, Ordine commercialisti, personale impegnato dal Comune in missione ad Amatrice, Daniela Cuzzolin, Fondazione Gemmologica, Istituto Besta, Icei, lavoratori filiera Amazon, Gerardo Mereu, Radio Lombardia, Fondazione ebraica, associazione nazionale Polizia di Stato (sezione Milano) e Fanfara dell'Aeronautica.
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