Non tutte le «app» sono la criptonite dei tassisti. Esistono realtà, come «ezTaxi», apprezzate sia da guidatori che dai clienti. E adesso si uniscono alla querelle Uber con una lettera aperta alle istituzioni, Palazzo Marino in testa.
«Il Comune di Milano si è mosso in maniera confusa procedendo con l'indizione di un bando pubblico per la creazione di un'app per taxi, deliberando per tanto di investire 600mila euro al fine di ottenere un servizio futuro, incerto e a carico della collettività quando invece il servizio è già presente sul mercato - attacca Tommaso Lazzari, amministratore della società che gestisce ezTaxi - per altro tale bando presenta numerose restrizioni, impendendo la partecipazione di una start-up innovativa come ezTaxi con innegabile pregiudizio della concorrenza».
La piattaforma, sviluppata in collaborazione con il Politecnico, è già un piccolo grande successo: in due mesi ha già registrato tremila richieste per i trecento taxi che operano con ezTaxi.
«Duole rilevare - concludono - che nel portare avanti quest'iniziativa ezTaxi stia incontrando numerosi ostacoli da parte di quegli stessi soggetti che avrebbero dovuto supportarla»
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