Effetto talent show televisivi È boom di aspiranti cantanti

A Milano si moltiplica il numero di iscritti alle scuole di musica. Ma i docenti avvertono: «Occhio agli improvvisatori e ai falsi miti»

Effetto talent show televisivi È boom di aspiranti cantanti

Saranno famosi. Oppure no? Di sicuro, il mare magno di «talent show» televisivi - da Amici a X-Factor fino all'ultimissimo The Voice diretto dalla Carrà - ha avuto in questi anni un effetto dirompente sui sogni degli adolescenti (e non solo) aspiranti al palcoscenico. E Milano, che per i giovani della penisola rappresenta da sempre una capitale della musica, ha visto quasi triplicare le iscrizioni alle scuole private di canto moderno; mentre gli atenei tradizionali, di classica e jazz, hanno dovuto attrezzarsi e aprire corsi dedicati al pop per non perdere seguito.

Fa eccezione il Conservatorio. Ma è tutto oro quel che luccica? Ovviamente no, anche perchè mai come in questo campo le (difficili) vie del successo sono lastricate di trappole e specchietti per le allodole: costosi seminari che offrono discutibili diplomi, «vocal coach» che propongono metodi d'oltreoceano, corsi privati gestiti da improvvisatori che mettono a rischio le corde vocali degli allievi. Ovviamente, però, nella nostra città esistono valide scuole, ma soprattutto bravi insegnanti che oggi mettono in guardia dai rischi dei miti televisivi.

«Il boom da talent show c'è eccome, è inutile negarlo - dice Andrea Tosoni, direttore dei corsi di canto dell'Accademia Musicale di Brera (via Papa Gregorio XIV) - e oggi le richieste arrivano da ogni parte: dalla ragazzina che sogna di finire un giorno a Sanremo alla casalinga appassionata di X-Factor. Ma questo eccesso di entusiasmo può essere anche rischioso perchè nel mondo dei corsi di canto c'è tanta ignoranza e anche i cosiddetti coach spesso spingono i loro allievi più a rincorrere modelli dello star system che a insegnare seriamente come usare al meglio la propria voce».

La confusione spesso riguarda anche i metodi di didattica. «Per il canto moderno ne esistono due fondamentali - dice Tosoni - lo Speech Level Singing e il Voicecraft, ma sono troppo spesso fraintesi anche dagli insegnanti. Un consiglio per gli aspiranti cantanti? Diffidate dei prezzi troppo... concorrenziali».

Tra le scuole più gettonate della città c'è il Centro Professione Musica (via Reguzzoni 15) fondato dall'ex chitarrista della Pfm Franco Mussida che accoglie oltre 400 studenti di cui almeno un centinaio iscritti ai corsi di canto che offrono un diploma in Contemporary style e il titolo Bachelor. «Le richieste sono aumentate - dicono dalla segreteria - anche se non tutti i nostri iscritti ambiscono alla professione. Per questo offriamo sia pacchetti di tutoring da 10 lezioni sia corsi triennali». Il costo dei corsi può arrivare fino a 4.000 euro all'anno.

Tra le principali scuole figura la Nuova Audio Musicmedia NAM (via Ponte Seveso 27) che tra i docenti annovera un altro nome storico della musica italiana, il batterista Tullio De Piscopo. La Nam fornisce un diploma di canto legalmente riconosciuto dalla Regione Lombardia, titolo che però - sottolineano gli stessi responsabili - è utile soprattutto per chi voglia insegnare. Una sessantina in tutto gli studenti dei corsi biennali che hanno prezzi che oscillano dai 1.200 ai 2.500 euro all'anno.

«Rispetto a una decina d'anni fa - dicono gli insegnanti - gli studenti sono aumentati e ciò si deve sia alla televisione sia al materiale didattico che oggi è più fruibile. Noi però non forniamo un solo metodo ma estratti dall'esperienza di metodi collaudati dal lirico e dal moderno, più nuove tecniche americane». Al boom di richieste si è dovuta adeguare anche la Civica Scuola di Musica che in tutte le discipline vanta 70 corsi e 1.500 studenti. Fino a ieri, i corsi di canto erano esclusivamente rivolti alla lirica e al canto jazz, con un triennio universitario più biennio di specializzazione e un titolo equiparato a quello del Conservatorio.

Recentemente, anche la Civica ha inserito un corso amatoriale di canto pop diretto dalla docente Monica Sersale.

«Paradossalmente - dice il direttore Andrea Melis - abbiamo più studenti e più richieste che nel canto jazz, anche se riscontriamo un aumento della domanda in tutti i settori, con il 70 per cento di presenze straniere. I nostri metodi? Come garanzia offriamo un'esperienza che quest'anno festeggia 150 di scuola...».

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