Quando giorni fa ha comunicato che dalla lista civica «Noi Milano con Beppe Sala» (ribattezzata nel frattempo Alleanza Civica) sarebbe passato al gruppo misto, Enrico Marcora ha riconosciuto l'anomalia: «Molti sono i consiglieri che passano dalla minoranza alla maggioranza cercando posizioni di maggior visibilità, io dalla maggioranza passo all'opposizione!». Ma «troppe cose mi dissociano dall'attività di questa amministrazione - ha ammesso -. Continuerò a fare il consigliere con la serietà di sempre, e con la libertà di poter segnalare maggiormente le cose che non funzionano». É ancora più convinto della scelta dopo la ricandidatura di Sala. E anticipa che questa volta gli farà campagna contro: «Mi candido con il centrodestra perchè non si può tacere il fallimento di Sala e della sua giunta». Anzi, spera che la nuova coalizione troverà un candidato che «ami Milano e non la veda come un ripiego» e che «non sbatta in faccia ai milanesi tutto il tempo dedicato alla città, come ha fatto Sala nel sui videomessaggio, nessuno gli ha imposto dieci anni di sacrifici». Da tempo Marcora, già consigliere provinciale e regionale dell'Udc, si era guadagnato la nomea del «ribelle», per mesi in aula ha chiesto alla giunta un cambio di passo, a partire dallo sgombero del centro sociale Leoncavallo.
«E invece - puntualizza - Sala, con la nomina di Paolo Limonta assessore, ha reso protagonisti i centri sociali, ha sancito e avallato l'occupazione illegale di un immobile privato».
Tra i fallimenti di Sala cita «le trasformazioni urbanistiche ancora bloccate, penso agli scali ferroviari» o «i tempi lunghi di risposta per avere autorizzazioni da parte degli uffici comunali, con il sindaco-manager non è cambiato nulla».
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