Cronaca locale

Emergenza clochard. Di notte il Salotto diventa un dormitorio

Le vie del centro invase da decine di disperati. Forza Italia: "Subito un piano per Expo"

Molti clochard vicino al Duomo
Molti clochard vicino al Duomo

Nel marzo del 2013 circa novecento volontari sono andati in giro tutta la notte a contare uno ad uno i senzatetto. L'80 per cento, sarà stata la stagione fredda, erano accolti nei dormitori, altri 510 invece passavano la notte per strada, i più fortunati sopra grate che emanavano tepore, altri sotto i portici, protetti dentro le cabine dei bancomat o semplicemente avvolti in coperte e stesi davanti alle vetrine. Il censimento degli homeless è stato coordinato da Università Bocconi, Fondazione Rodolfo Debenedetti e Comune, era il primo «riconteggio» dal 2008 e sono bastati cinque anni per dimostrare che il fenomeno ha subito un'impennata, sono stati registrati più di mille clochard in più. Ma un anno e mezzo dopo la fotografia del centro in una sera qualsiasi di ottobre (le immagini che pubblichiamo sono state scattate due giorni fa, tra le ore 22 e le 23) lanciano un campanello d'allarme. Il fenomeno non si arresta, anzi. Corso Vittorio Emanuele, piazza Liberty, tutte le vie accanto al Duomo e alla Galleria - il Salotto dei milanesi - diventano con il calar della sera un dormitorio a cielo aperto. Un'emergenza per chi è costretto a dormire per strada e a breve dovrà fare i conti con una temperatura più rigida. E una situazione di degrado a cui le istituzioni dovranno trovare una soluzione in vista di Expo.

A sollecitare un piano per i senzatetto a sette mesi da maggio 2015 è stata ieri la consigliera di zona 2 e membro della segreteria regionale di Forza Italia, Silvia Sardone. Il centro dalle 22 di sera, ha rimarcato dopo un sopralluogo, «si trasforma in dormitorio pubblico. Basta farsi un giro da San Babila al Duomo per vedere scene di ordinario degrado che difficilmente si dimenticano e che non danno un'immagine positiva di Milano». Da corso Monforte a piazza San Carlo a via Santa Radegonda, appena fuori dal cinema Odeon, «ogni piccolo spazio al coperto è occupato da clochard e sbandati. Sono un centinaio - afferma Sardone -, molti stranieri ma anche italiani. La crisi porta evidenti conseguenze di disagio sociale e Milano, purtroppo, deve regalare ai turisti che sono in centro di sera un ritratto di degrado e disperazione». La consigliera azzurra domanda come il Comune «affronti l'emergenza considerato l'avvicinarsi di temperature più rigide. Le strutture di accoglienza riusciranno a offrire a tutti un rifugio sicuro? E il centro ha bisogno di maggior decoro. Serve un piano anche in vista di Expo. Non possiamo offrire ai visitatori l'immagine di una città allo sbando con un degrado così evidente». L'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino garantisce che il piano freddo quest'anno vuole arrivare a offrire a senza tetto, emarginati e profughi «oltre 3.500 posti letto per affrontare i rigori dell'inverno.

E in tre anni abbiamo quasi triplicato i posti».

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