Week end da bollino nero nei pronto soccorso della città. Sono quasi 90mila i lombardi colpiti dall'influenza nella terza settimana di gennaio, stando a un'elaborazione della Coldiretti Lombardi su dati del Ministero della Salute. Agli ospedali Policlinico e al Niguarda, infatti, si è verificato circa una media di 250-300 accessi nelle giornati di sabato e domenica per l'influenza, Leggermente diversa la situazione ai pronto soccorso dell'Ats Santi Carlo e Paolo, dove si conta un 10 per cento in più di accessi, soprattutto da parte di pazienti anziani, pluripatologici e con problemi respiratori. «Ci aspettiamo il picco per i prossimi giorni, in corrispondenza di un ulteriore abbassamento delle temperature» spiegano dall'Ats.
I più colpiti, come è noto i bambini, gli anziani e i malati cronici. Con dei distinguo: «per quanto riguarda i bambini, infatti, si sono registrati circa 50-60 accessi alla De Marchi, la clinica pediatrica del Policlinico solo nella giornata di sabato e 300 in tutto - spiega il direttore sanitario di via Francesco Sforza Basilio Tiso -. Per far fronte all'emergenza al Policlinico sono stati anche aggiunti 12 posti letto per i ricoveri». Rispetto ala passato però - spiega ancora Tiso - la situazione è leggermente migliorata rispetto a qualche anno fa, merito della campagna antininfluenzale messa in atto da Regione che ha permesso di coprire una fascia più ampia di popolazione fragile. Tre anni fa, infatti, a seguito di un episodio controverso, le persone, in preda alla psicosi, avevano rifiutato la profilassi, e i risultati si erano visti anche in termini di decessi».
Picchi di accessi si sono verificati anche ai due presidi di continuità assistenziale pediatrica, ovvero la guardia medica pediatrica che ha registrato 5800 chiamate a dicembre, e plausibilmente lo stesso numero sarà registrato alla fine del mese. «Si tratta di un trend che si verifica tutti gli anni - spiegano dalla Ats Città di Milano - le chiamate raddoppiano a dicembre e gennaio rispetto ai mesi autunnali, anche se non si può parlare esclusivamente di influenza».
A questi numeri si aggiungono le chiamate al 118: i sintomi influenzali mettono spesso in allarme i famigliari tanto da chiedere l'intervento dell'ambulanza. «Sicuramente in soggetti fragili o che hanno patologie concomitanti non si devono sottovalutare i rischi che le complicanze dell'influenza possono avere - spiega Fabrizio Pregliasco virologo del Dipartimento Scienze biomediche per la salute dell'Università degli Studi e presidente dell'Associazione nazionale pubbliche Assistenze -. In questi casi ricorrere al 118 è auspicabile per prendere in carico il paziente nella sua complessità. È meno utile quando, a parte i sintomi influenzali, non si rilevano altri campanelli di allarme perché il rischio è che il codice di non urgenza assegnato in pronto soccorso, si traduca in diverse ore di attesa». In pratica: i pronto soccorso sono sempre molto pieni e oltre le attese molto lunghe ci si espone a ulteriori contatti con virus. «L'atteggiamento migliore in questi casi, se il peggioramento avviene di notte o in fasce dove non è reperibile il medico di base, è quello di monitorare i sintomi e chiamare la Guardia medica che può, se lo reputa necessario, prescrivere i farmaci più adatti» conclude Pregliasco.
«Abbiamo programmato e predisposto già da novembre misure straordinarie per contenere le attese e i tempi
d'intervento - spiega l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera -. 120 ambulanze, una media di 15 posti letto in più per i ricoveri da PS per ogni ospedale, ambulatori specifici per i codici minori e personale potenziato».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.