Quanto sia assurdo collocare a Roma la struttura Rai che si occuperà di Expo è già apparso chiaro ieri con il debutto alla radio di Stato dell'esposizione 2015. Annunci e illustri personalità a concelebrare la prima uscita: il premier Enrico Letta, il dg Rai Luigi Gubitosi e i ministri Maurizio Lupi e Nunzia De Girolamo. Peccato che il commissario Expo Giuseppe Sala debba arrivare di buon mattino da Milano (dove appunto ha sede l'Expo) dopo esserci tornato da Roma la sera prima. E tra aereo e traffico romano si perda metà trasmissione.
Compreso Letta che intervistato dal direttore Antonio Preziosi a Radio anch'io, assicura che «faremo meglio dei cinesi». Perché sono già 138 i Paesi iscritti, ma soprattutto è già superiore all'edizione di Shanghai il numero di quelli che costruiranno un proprio padiglione nazionale con una spesa di un miliardo e 200 milioni di euro. «E sarà un lavoro - ha spiegato Sala - che ricade sul territorio». A cui vanno aggiunti il miliardo e 300 milioni di investimenti pubblici e i 300 milioni delle aziende private. Più le infrastrutture. Perché, assicura Letta, «l'Expo dopo la grande crisi sarà una grande vetrina per l'Italia della ripresa, può essere quello che è stata nel 1960 l'Olimpiade di Roma che ha raccontato al mondo l'Italia del boom». E per quantificare, Letta aggiunge che «dopo cinque anni di crisi, l'Italia può ripartire se saprà sfruttare le occasioni e solo l'Expo vale un punto di Pil». Con Sala che, alla domanda sul ritardo dei cantieri, risponde che «se fossimo in anticipo con i lavori, ma non avessimo un progetto interessante come dimostra il record dei Paesi iscritti, sarebbe molto peggio». A confermarlo il ministro delle Politiche agricole De Girolamo che parla di «una grande occasione per riflettere su un tema decisivo: soprattutto oggi che a 4 milioni di italiani non è garantita la sicurezza alimentare e allo stesso tempo tra famiglie e aziende sprechiamo quattro volte il valore dell'Imu». Per le infrastrutture Lupi ricorda i 500 milioni del Decreto del fare per Rho-Monza, Tangenziale esterna e metrò 4. E poi BreBeMi e Pedemontana. «Ma è possibile - dice - che a Milano ci fosse un aeroporto non collegato con una metropolitana?». E ricorda che per andare a Torino in treno basteranno 34 minuti. «Ma mentre vinciamo la sfida per l'alta velocità dove ha fatto bene l'ingresso dei privati, resta da vincere quella del trasporto locale per i pendolari». Tranquillizzante Gubitosi («siamo stati contagiati dal grande entusiasmo che c'è su Expo») che conferma gli investimenti nel Centro di produzione di Milano e che Unomattina si farà da uno studio tra i padiglioni. Poi conferma che è in esame il progetto di una nuova sede Rai sulle aree di Expo dopo il 2015.
Ora si discute delle quote che la Provincia vuol cedere scendendo dal 10 allo 0,5 per cento.
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