Fava, re dei locali anni '90 festeggia 19 anni di Biciclette

In via Torti fondò il primo bistrot dedicato agli artisti Il successo della Terrazza di Triennale e alla Darsena

Mimmo di Marzio

C'erano una volta gli anni Novanta, quelli dei locali ruggenti della musica live - era ancora vivo e vegeto il glorioso Capolinea - ma anche quelli degli easy money che amavano tirare tardi nella Milano da bere. Nelle prime linee della movida era attivissimo un giovane universitario di Giurisprudenza, Ugo Fava, che per mantenersi agli studi («ma non solo») apriva e gestiva locali di tendenza come il Beau Geste, l'Old Fashion o La Gare. Oggi quel ragazzo (che nel frattempo riuscì anche a laurearsi) è un cinquantenne irriducibile, nel senso che i locali milanesi sono rimasti la sua vita. Il 7 giugno compie 19 anni Le Biciclette Art Bar & Bistrot, la sua creatura più longeva e quella che considera suggello della sua maturità. «Ero stufo delle mode e dei locali schiavi dei pierre. Con le Biciclette ho puntato a un format solido che resistesse al tempo e alla volubilità della movida». Già l'originalità del nome implica tenacia e passo lungo. «L'ho chiamato così perchè lì, in via Torti 2, sorgeva un negozio di ricambi per biciclette e prima ancora la fabbrica della Legnano». La location, una traversa di Corso Genova, era una scommessa perchè la «zona Tortona» doveva ancora nascere. L'idea era quella di un locale per artisti, una sorta di galleria lounge. «Non eravamo gli unici a Milano ad ospitare mostre ma le Biciclette è stato il primo locale a farlo in modo professionale, con schede degli artisti e una programmazione che si è avvalsa di un vero ufficio stampa. Abbiamo esposto centinaia di artisti, tra pittura fotografia e video». Squadra che vince non si cambia e le Biciclette continua ad essere un punto di riferimento per la Milano serale ma ora anche per i brunch domenicali. Nel frattempo, l'irriducibile Fava ha assestato altri due colpi importanti. Uno è stata l'apertura due anni fa di «Osteria con vista», il primo ristorante sulla terrazza della Triennale, un successo garantito dalla location unica e la cucina dello chef Stefano Cerveni. Il secondo, figlio di Expo, è stato «Vista Darsena», il locale di punta della rinascita del porto dei milanesi. «Il format è quello dello smart-bar con cucina, ottime colazioni con pasticceria propria ma anche aperitivi doc con vista sui navigli.

Un locale di qualità apprezzato dagli stranieri e che ha risollevato l'ambiente». Nostalgia degli anni '90? «Allora c'era più spensieratezza, si faceva tardi e si spendeva. Ma oggi, con l'aria che tira, meglio alzarsi presto...».

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