Dalla fontanella ora escono bollicine

Sei litri al giorno per persona, «spillabili» 24 ore su 24, lisci o gasati, gratuiti per tutti i cittadini: arrivano a Milano le prime cinque case dell'acqua. La prima è stata inaugurata ieri, al centro di Parco Formentano, in zona 4, che spera di vederne arrivare una seconda ai suoi confini, entro fine anno, a Ponte Lambro. Intanto entro domenica le altre 4 case apriranno rispettivamente nelParco Chiesa Rossa, nei giardini di via Morgagni e al parco Savarino e nel giardino Cassina dè Pomm.
In totale i cinque impianti di erogazione gratuita, accessibili a chiunque sia dotato di una carta nazionale dei servizi, sono costati al Comune 189milaeuro, in parte però finanziati da Regione Lombardia. Le «case», oltre a offrire acqua della stessa qualità di quella che i milanesi trovano aprendo i rubinetti di casa, forniscono informazioni sulla composizione, sono munite inoltre di telecamere per la sicurezza e illuminate con un impianto di illuminazione a led. Soddisfatto dell'inaugurazione, per ribadire che «l'acqua è un bene comune», Pierfrancesco Maran, assessore comunale all'Ambiente, ha sottolineato a tutti i cittadini presenti che «abbiamo la fortuna di vivere in una città con acqua di qualità» e il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo ha ricordato che utilizzando questo servizio anche Amsa potrà avere meno scarti di cui occuparsi.
Disponibile ad aggiungere altre case in tutta la città, «appena il Comune ce lo chiede», Stefano Cetti, direttore generale di Metropolitana Milanese spa, ha anticipato l'idea di realizzare case dell'acqua anche sul sito di Expo: «Non c'è nulla di definito ma noi siamo disponibili e l'acqua è certamente un tema centrale della manifestazione».
L'inaugurazione di ieri si è conclusa con un brindisi cittadino, gasato, nelle borracce con il marchio MilanoBlu, palloncini e due gocce d'acqua mascotte.
Sono oltre 16 milioni i litri erogati ogni anno dalle case dell'acqua nei Comuni della provincia di Milano, Monza Brianza, Sondrio, Lodi e Pavia. Un dato ottenuto con un sistema di tele rivelamento che controlla quotidianamente, via Gprs, i litri erogati dalle singole strutture. La Lombardia ha il maggiore numero di strutture: 244 su un totale di 411 distribuite in tutto il territorio italiano. Visto il successo, la Regione Lombardia ha investito 800mila euro.
Nonostante il successo, c'è anche chi è contrario al finanziamento da parte del sistema pubblico a questo tipo di forniture. «L'acqua alla spina - spiega Serena Sileoni, istituto Bruno Leoni - rappresenta un vero e proprio settore di mercato e quindi il suo sostegno e il suo finanziamento da parte della pubblica amministrazione è ingiustificato.

Si tratta di un servizio aggiuntivo che non dovrebbe essere pagato dai contribuenti, visto che il servizio di fornitura di acqua pulita è già pagato a monte dai cittadini».
E poi vien da chiedersi: se i controlli sull'acquedotto sono serrati e precisi, perché allora non dovrebbe bastarci l'acqua del rubinetto?

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