A distanza di appena tre giorni dal tragico incidente costato la vita a un architetto, travolto in tangenziale da tre banditi in fuga, un uomo è finito in ospedale dopo essere stato investito a un incrocio da un nordafricano che stava scappando dalla polizia. Codice giallo anche per l'investitore ha poi confessato agli agenti di aver cercato di evitare i controlli perché privo di libretto di circolazione. Anche se i poliziotti sono convinti di averlo visto gettare «qualcosa» dal finestrino, che però non sono riusciti a rintracciare e recuperare. Per lui, nonostante abbia messo a repentaglio la vita di innocenti cittadini, una semplice denuncia.
Tutto inizia poco dopo le 3.30 quando la volante San Siro si avvicina a una Citroen C/2 con a bordo un giovane dai tratti nordafricani che parte subito a tutta velocità. La volante si lancia all'inseguimento a sirene spiegate ma il fuggitivo è estremamente fortunato, riesce a mantenere «la testa della gara» per parecchi chilometri, lungo via Espinasse, via Palizzi, zig zagando tra le poche vetture ancora in giro a quell'ora. In via Lessona l'impatto. La Citreon accelera sul rettilineo, incurante del semaforo lampeggiante giallo che impone la precedenza a destra. E difatti puntuale esce una vettura che sperona in pieno l'utilitaria. Le auto rimbalzano in direzione opposte, ridotte e un cumulo di rottami. Un agente si lancia fuori dalla volante e blocca. Poi arrivano le ambulanze che raccolgono i due conducenti piuttosto malconci: codice giallo per entrambi, sia il marocchino, con cittadinanza italiana, 25 anni, finito al Sacco, sia per il l'altro automobilista, un italiano di 52 anni, trasportato a Niguarda.
Gli operatori tentano di capire il motivo della fuga, ma il giovane, con qualche piccolo precedente, rimane piuttosto sul vago. Dice che la settimana prima gli avevano ritirato il libretto di circolazione e quindi temeva altre e più serie sanzioni. Se la caverà con una denuncia, anche se gli agenti sono convinti di averlo visto gettare «qualcosa» dal finestrino. Non potevano certo fermarsi subito e piantare lì l'inseguimento, per cui sono tornati più tardi senza però riuscire a individuare il punto esatto del «lancio».
Un episodio che ricorda sinistramente l'altro tragico inseguimento concluso con la morte di un architetto di 48 anni Palo Alfredo Armenise giovedì pomeriggio alle 17. In fuga tre «brutti ceffi» dalla pelle olivastra forse nomadi, più probabilmente nordafricani, che avevano saltato un alt intimato da un equipaggio dei carabinieri a San Giuliano. La loro vettura, una Audi A/4 imbocca la tangenziale ovest a quasi 200 all'ora, riesce a schivare le prime vetture davanti a se, poi tampona violentemente una jeep Wrangler. Il fuori strada inizia a rotolare su se stesso e quando si ferma è ridotto a un ammasso di rottami. Dentro l'architetto ormai senza vita. Gli investitori invece sembrano illesi, saltano fuori da quel che resta della loro auto e riescono a dileguarsi nella vicina boscaglia.
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