Galleria ostaggio dei ricorsi, Fi chiede un regolamento

Questa volta nel mirino lo spazio a Yves Saint Laurent. De Pasquale: "Una norma ad hoc per i palazzi storici"

Galleria ostaggio dei ricorsi, Fi chiede un regolamento

L'ultimo della lista è l'affaire «Yves Saint Laurent». L'assessore al Bilancio Roberto Tasca non aveva ancora finito di festeggiare per il colpo grosso - la griffe francese ha offerto un milione di euro all'anno per 82 metri quadri in Galleria, sbaragliando la concorrenza - che subito il secondo classificato, «Moreschi» che opera nelle calzature di lusso, ha minacciato ricorso al Tar e potrebbe aggiungersi a giorni anche il terzo arrivato, Luxottica. Viene contestata in particolare la parte del bando comunale che fissava una corsia preferenziale per il made in Italy. Tra i criteri era scritto che l'attività proposta dovrà essere altamente qualificata e preferibilmente dovrà far sì che il negozio costituisca una vetrina dell'eccellenza italiana». La base d'asta per aggiudicarsi lo spazio attualmente occupato da «Nara Camicie» era di 131 mila euro, il rilancio economico di «Ysl» ha ottenuto il massimo del punteggio, 40 punti sui 40 previsti per la parte economica (Moreschi si è fermato a 16,08 pur offrendo 402mila euro) mentre la famosa difesa dell'«italianità» valeva solo 10 punti in più rispetto ai marchi di prestigio stranieri. Per la parte tecnica Saint Laurent ha incassato 56 punti contro i 60 della boutique di scarpe. I bandi del Comune sul Salotto da anni sono diventati una telenovela giudiziaria, è solo l'ultima puntata. In questo caso a ricorrere non è l'inquilino quindi a meno che il Tar non conceda una sospensiva in attesa del giudizio di merito, dopo l'estate la giunta consegnerà le chiavi ai nuovi inquilini, e c'è un discreto ottimismo che la battaglia possa durare poco visto che nel bando la citazione sul made in Italy era preceduta da un tanto vago «preferibilmente» che dovrebbe mettere al sicuro la giunta. Ma circolava un cauto ottimismo va detto anche dopo l'assegnazione dei locali occupati dal ristorante «il Salotto» e la «Locanda del Gatto rosso» ad altre società nell'aprile del 2017, dopo oltre un anno nessuno è riuscito ancora sfrattare gli inquilini, si attende la sentenza del Consiglio di Stato. Nell'ultimo anno si sono appellati ai giudici «Currado», «Leo Pizzo», «Feltrinelli».

«La giunta Sala sulla Galleria ha fatto un gran pasticcio usando modalità diverse per ogni esercizio - contesta il consigliere di Forza Italia Fabrizio De Pasquale -. C'è chi ha il rinnovo diretto, chi la prelazione, chi deve fare gara. Questo ha determinato che ci siano più ricorsi al Tar che negozi.

Anzichè affidarci alla discrezionalità dell'assessore di turno si faccia un regolamento che disciplini l'assegnazione degli spazi in Galleria e negli altri immobili storici e di pregio». Concorda il collega Fi Alessandro De Chirico: «Tasca metta mano quanto prima a un unico metodo di assegnazione degli spazi pubblici in Galleria».

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