Ha palpeggiato insistentemente una donna tra le gambe e nelle altre parti intime davanti alla figlia di sette anni di lei, in una via frequentata e in pieno giorno. L'uomo si è allontanato solo dopo che la vittima si è messa a urlare richiamando l'attenzione dei passanti. La bambina è rimasta «profondamente scossa», come si legge nell'ordinanza di convalida dell'arresto firmata dal gip Guido Salvini. L'aggressore, che aveva bloccato la donna all'improvviso parandosi sulla sua strada, è stato arrestato poco dopo dal Nucleo radiomobile dai carabinieri. È stata la donna a chiedere il loro aiuto.
Lamin Loucunda, un Gambiano senza permesso di soggiorno di 30 anni, è accusato di violenza sessuale e resistenza a pubblico ufficiale. Quando è stato fermato infatti, visibilmente ubriaco e intento a urinare contro un albero, si è scagliato contro i carabinieri con spintoni e sputi. «Avevo bevuto molte birre e non ricordo nulla», ha detto il 30enne nell'interrogatorio di convalida dell'arresto in flagranza e dopo la richiesta di custodia cautelare del pm Maurizio Ascione. L'aggressione è avvenuta intorno alle 18 dello scorso 19 maggio in via Galileo Galilei, non lontano da piazza della Repubblica. L'arresto è stato fatto in piazza Principessa Clotilde. La vittima ha descritto l'aggressore ai militari e poi l'ha riconosciuto. Loucunda non ha una dimora fissa, ha altri tre «alias» e ha numerosi precedenti di polizia. Ha dichiarato di essere arrivato in Italia dalla Libia su un barcone quattro anni fa.
Fa parte del gruppo di stranieri che gravita intorno alla stazione Centrale. Il 29 maggio è stato condannato con il rito abbreviato (che prevede la riduzione di un terzo della pena) dall'Undicesima sezione penale a due anni e due mesi di reclusione. Con espulsione a pena espiata.CBas
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