Giorgi, Cattaneo e Feltrinelli: iscritti dimezzati in dieci anni

PROVINCIA L’assessore Lazzati: «Commerciali e industriali, erano decine ma poi...». Tra i problemi, il cambio continuo dei presidi

L’istruzione tecnica a Milano al collasso. Alcuni istituti che hanno fatto la fortuna dello sviluppo industriale della città grazie alla preparazione dei loro allievi, da alcuni anni si vanno spopolando. Gli esempi più clamorosi sono rappresentati da Feltrinelli, Cattaneo, Giorgi che negli ultimi dieci anni hanno letteralmente dimezzato il numero degli iscritti. E se non si correrà ai ripari la tendenza rischia di incancrenirsi. Un’inversione di tendenza clamorosa. «Scuole che storicamente avevano migliaia di iscritti, tanto da spingere il ministero ad aprire parecchi nuovi istituti e l’amministrazione provinciale a costruire in tutta fretta nuovi amplissimi edifici – ricorda il neo-assessore provinciale all’istruzione Marina Lazzati -. Nella sola Milano si è passati, dalla metà degli anni Ottanta alla metà degli anni Novanta, dai cinque o sei tradizionali a 14 istituti tecnici commerciali e ad altrettanti Itis. Poi progressivamente l’utenza ha iniziato a calare fino a ridursi a pochissime classi per istituto: si è passati dai 10/15 corsi per scuola a due o tre per istituto e parecchie scuole per mantenersi vive hanno fatto ricorso all’apertura di nuovi indirizzi per lo più liceali».
L’esempio più significativo è il Feltrinelli, una scuola in piazza Tito Lucrezio caro che lo scorso anno ha celebrato i cent’anni di vita durante i quali ha continuamente aggiornato i suoi indirizzi di studio ponendosi all’avanguardia a livello europeo per la formazione di periti di ogni genere, compreso in campo di aeronautica. Una scuola che assicurava di fatto un posto di lavoro qualificato. Le imprese milanesi andavano a caccia dei diplomati di questa scuola. Quest’anno il Feltrinelli è riuscito a raccogliere un numero di iscritti appena sufficiente per formare complessivamente 22 classi, tre in meno di quelle dello scorso anno, e di questo passo è destinato ad un ulteriore diminuzione di classi. E dire che l’amministrazione provinciale da anni sta investendo in questa scuola milioni di euro per ristrutturare gli edifici di aule e laboratori. Uno sforzo che paradossalmente si è rivelato del tutto inutile: l’emorragia di iscritti è continuata inesorabilmente. Ora il Feltrinelli è un istituto modernissimo e fornito di strutture tecnologiche di primissimo piano che rischiano di rimanere inutilizzate. Ora nell’istituto di piazza Tito Lucrezio Caro è arrivata una nuova preside, Annamaria Indimineo. Un preside di grande esperienza che ha dimostrato il suo valore in tutte le scuole che ha diretto.
Una svolta, perché, una delle cause che stanno alla base della crisi di questa scuola è certamente quella della dirigenza: per anni il preside che cambiava ogni anno, fino all’anno scorso quando studenti e insegnanti arrivarono addirittura a contestare la preside durante la cerimonia di festeggiamento del centenario della scuola. Una svolta che per altro sta già dando i suoi frutti: «Appena sono arrivata qui – racconta la Indimineo – ha saputo che erano state respinte le domande di iscrizioni di un’intera classe. Li abbiamo recuperati.

Qui ci sono specializzazioni modernissime che meritano di essere seguite dai nostri ragazzi. Le famiglie scelgono spesso indirizzi che non hanno prospettiva nel mercato del lavoro, e noi dobbiamo riuscire a informarle che qui si può arrivare a un diploma prezioso anche in prospettiva».

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